5.19.2014

Peppe Timbro bassista: un’attività lunga trent’anni.
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Un viaggio nella musica con Peppe Timbro, attraverso aneddoti, emozioni raccontati da un musicista.
La sua semplicità, la sua onestà professionale e il suo stile di vita elevano l’animo nobile che è in lui.
Inizia con una precisazione: “vorrei sottolineare che io sono un bassista accompagnatore e non un solista. Sono due figure professionali diverse. Amo il Jazz, è una musica afroamericana nata all’inizio del XX secolo, perché è il simbolo di un grido di dolore degli schiavi negri, è un canto, è una contestazione, è una rivolta, è la rivoluzione popolare … ci sono grandi musicisti, che sono stati solisti, improvvisatori nell’ambito jazz per eccellenza che hanno saputo tramite il proprio strumento mettere in risalto un male razziale, i loro aneddoti raccontano di uomini esuberanti, di come sono stati solisti e virtuosi dentro, hanno avuto un rapporto vero con la realtà, hanno portato all’estremo l’uomo attraverso la propria musica improvvisando e creando splendide melodie”.
La musica è la tua esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non la vivi, non verrà mai fuori dal tuo strumento, è una delle frasi più celebri di Parker, che cosa ne pensa? “Certo, il rapporto con l’esperienza è fondamentale. La prima difficoltà che si incontra nel fare musica con altre persone è riuscire a fondere la musica e l’insieme, dal punto di vista tecnico si scoprono mille difficoltà, ad amalgamare il proprio suono con il suono di un altro strumento, ad incastrarsi senza prevaricare, questa è esperienza non solo musicale ma soprattutto umana, che si trasforma poi in saggezza. Io parlo da bassista, che utilizza l’arte dell’accompagnare … il bassista che accompagna si concentra di più sul suono e l’insieme, egli diventa un legante tra la sezione ritmica (la batteria) e l’armonia (la tastiera) ed ovviamente con la melodia (il canto), potrebbe essere considerato un elemento che si “sacrifica” molto ai fini del suono generale. Il carattere del musicista si forma man mano insieme allo strumento che si suona, come dire … una corrispondenza di causa-effetto, conosco bravissimi bassisti, che sono fantastici accompagnatori, che nell’ambito jazz sono anche impeccabili solisti e già in quel caso si vede una natura caratteriale diversa, che a sua volta si differenzia molto da un front-man che può essere un sassofonista, un trombettista, un chitarrista … il solista, in loro c’è più voglia di essere protagonista, semplicemente perché racchiude un ruolo più visibile, è lo strumento che accentua quelle sfumature che possono essere più o meno presenti in ogni musicista, è la nostra natura. Certo il panorama musicale è ampio, la musica che si fa, rivela in qualche modo il musicista …
Oggi che cos’è il jazz? Provo a rispondere senza essere di parte, sono una persona che collabora con validi e bravissimi jazzisti, mi rendo conto che nell’ambito degli addetti ai lavori esiste una cerchia di musicisti pronti ad emulare le sonorità dei grandi che hanno fatto la storia del jazz … in verità non condivido quel modo di eseguire, si rischia di alterare il vero messaggio jazzistico, si può diventare schiavi di un meccanismo che sviluppa atteggiamenti, pur essendo tecnicamente bravi, di inutili scimmiottamenti allontanandosi molto dall’espressione musicale poiché non raccontano più loro stessi. Non è polemica la mia, credo che il jazz così come la musica in generale deve essere un momento di riscatto per ogni musicista, trasmettere un messaggio a chi ascolta attraverso la consapevolezza che la musica è strumento di pace, anche se in certi casi è stato in grado di fare la rivoluzione ma non le stupide battaglie."
Cinque fratelli, cinque musicisti e una band “si, ma non abbiamo mai avuto la possibilità di suonare tutti insieme, semplicemente per una questione di età … io sono l‘ultimo dei cinque fratelli. Ho avuto sempre un legame bellissimo con loro, ma in particolare con Enzo, forse perché più vicino a me con l’età, o semplicemente un ricordo di dolcezza. Enzo è scomparso prematuramente all’età di 47 anni, ed è stato forse l’unico, tra i cinque fratelli, che è riuscito a raccontare di più se stesso attraverso la musica, si era costruito il proprio contrabbasso per esprimere al meglio quel dono che la natura gli aveva regalato: il senso musicale. Enzo, ha lavorato molto nell’ambito musicale, pur non avendo mai ottenuto il giusto riconoscimento, ma ha vissuto intensamente di musica...” Contrabbassista e bassista, partecipazione alle colonne sonore di film, per molti un’icona di Benevento, ma chi è Peppe Timbro? L’ambiente musicale, ci tengo a sottolineare, si differenzia molto da altri settori lavorativi, dove può esistere un semplice rapporto formale di rispetto reciproco, tra i musicisti si va oltre, è più profondo, perché è caratterizzato da quel rapporto d’amore e d’affetto che si vive prima con il proprio strumento e che poi inevitabilmente si trasferisce nel rapporto con il musicista con cui si interagisce, e diventa un rapporto profondo. Vivo in modo equilibrato questa relazione con i miei colleghi molti dei quali oggi sono ottimi amici, che amo e stimo. Sono un bassista da diversi anni, ho lavorato e lavoro nel mondo dello spettacolo collaborando con grandi artisti.”
Un successo che dura da più di trent’anni, collaborazioni con i grandi nomi del genere musicale un elenco troppo lungo per ricordare tutti, un episodio come emblema della sua carriera? “L’apertura del concerto di Ray Charles nelle cave del duca di Torre vecchia a Cavallino, in provincia di Lecce. Sul palco il pianista e la cantante gospel Cheryl Nickerson, un suono scoperto senza il ritmo della batteria… ad un tratto vedo Ray Charles portare il ritmo con il capo mentre eseguo il walking-bass … è stato una grande emozione … essere percepito da una grande artista della musica jazz è stato il momento più intenso della mia vita, sicuramente un forte scompiglio interiore … pensa, che per un attimo ho avuto paura di non riuscire a completare il brano“ -sorride- 
Attualmente è in tournee con la grande Lina Sastri, in Linapolina uno spettacolo dalle mille sfaccettature, intenso, lei è l’unico beneventano in una compagnia completamente napoletana, come è stato accolto? “Otto musicisti, alcuni di loro già colleghi in altre collaborazioni e amici da sempre … sono stato accolto bene! Grande intesa non solo con i musicisti ma anche la Sastri, donna carismatica … e poi sono un tifoso del Napoli … pensa, che se si può, andiamo tutti insieme con i musicisti, con Lina i tecnici a fare il tifo per il Napoli … beh, una grande accoglienza e una grande famiglia.”
Per finire, è iniziato da pochi giorni il nuovo anno, che cosa desidera per il 2014? “La salute prima di tutto! Poi, vorrei realizzare un piccolo grande sogno –si sofferma un attimo– è quello di ritornare ad insegnare a scuola, trasmettere il mio sapere ai ragazzi che hanno voglia di imparare, come un padre ad un figlio, per mantenere quella continuità nel tempo. Spero di riuscirci.”

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