5.17.2018



COMUNICATO STAMPA by Federica Maria Giallombardo


"The Walls of Standing Time" a cura di Federica Maria Giallombardo | vernissage Venerdì 18 Maggio ore 18.00, CASA TURESE arte contemporanea (Vitulano)


Ezra Pound sosteneva che esistesse un’arte capace di giungere alle soglie della rivelazione esistenziale – una scintilla di purezza. Sottratto alla contingenza dell’attimo presente e insieme sempre identico a sé, il tempo stante/istante, ovvero il passaggio dai sensi all’emozione e all’intelletto, costituisce il periodo della poesia. The Walls of Standing Time: assimilazione bergsoniana – si pensi anche a Einstein, a Planck, a Lukàcs e prima ancora al panta rhei di Eraclito – del tempo alla vita e dello spazio alla morte. L’istante di tale assimilazione è, con le parole dello stesso Pound, “il complesso intellettuale ed emotivo presentato in un istante”.

In occasione del quinto anniversario di Casa Turese – era infatti l’11 maggio 2013 quando Tommaso De Maria decise di inaugurare lo spazio espositivo al centro di Vitulano (BN), situato nella dimora ottocentesca della servitù di Palazzo Riola nel Casale Fuschi di Sopra – la mostra The Walls of Standing Time celebra il primo traguardo raggiunto in questi anni intensi e colmi di soddisfazioni, sacrifici, riflessioni.

I sette artisti esposti – Michele Attianese, Nicola Caredda, Maurizio Carriero, Annalisa Fulvi,Emanuele Giuffrida, Angelo Maisto, Carlo Alberto Rastelli – simboleggiano un percorso ricco e multiforme intrapreso grazie ai legami stretti lungo un’asse temporale mai spezzata, elogio di nobilitazione e affermazione.



Luogo versatile e vivace – una vera “officina di idee” sostenuta e supervisionata da intellettuali di intensa portata – a Casa Turese memoria familiare e collettiva si intrecciano in nome dell’arte contemporanea.
Tommaso De Maria ha conservato il vissuto dei suoi avi (non è casuale il termine “Casa”) e con passione e risolutezza straordinarie porta avanti una nuova linea di pensiero, ovvero una concezione dell’arte come dottrina di mutamento, come tempo soggettivo – reale, concreto, vivente – in contrappunto dialettico con l’assolutezza del medium storico, oggettivo.

La filosofia di Casa Turese, in una tradizione che fonde duttilità e diversità di linguaggi, stili, tecniche e personalità, è capace di arricchire con innovazioni e proposte non convenzionali pur senza perdere la propria referenzialità abituale; segue in pellegrinaggio il tempo della metamorfosi e allo stesso modo evoca a balzi audaci la storia. E gli artisti che abbracciano tale filosofia indagano con carisma il reale nelle sue ragioni profonde, illustri rappresentanti di una visione del mondo esposta in sintesi immaginifica –indagine interpretativa e globale del simbolo e delle contraddizioni del vivere. La magia è che questa operazione raccoglie anche un’ardente testimonianza di come l’arte abbia molti volti e variamente si articoli nel tempo, ma sia sempre e di nuovo sé stessa, in una continuità insieme drammatica e melodiosa. Un sentimento per cui non si può fare a meno di essere grati.

Federica Maria Giallombardo









5.04.2018

Un voto per vincere … o forse “Abbiamo vinto Noi”

by Esterina Pacelli

Marco Greco si presenta con il brano “Abbiamo vinto noi”, alla XXIX edizione di Musicultura, il Festival dedicato alle nuove promesse della musica popolare  e d’autore.
Giovane cantautore, classe 1991, si muove bene sulla scena nazionale già da diversi anni,  nel  2015 entra nella rosa dei 60 artisti selezionati per Sanremo Giovani, con il brano “Ortica e Rosmarino”, ha vinto nel 2016 il “Premio Fabrizio De André” come miglior canzone d’autore “Sconosciuti”.  Il suo percorso artistico prosegue sempre verso nuovi orizzonti. Oltre ad avere un forte legame con Paolo Conte, Marco Greco insegue  un sogno  e riesce a realizzarlo. 
In una intervista di qualche anno fa, gli viene chiesto: “C’è un artista dello scenario nazionale con cui ti piacerebbe collaborare?  - Greco risponde-: “Si, ce n’è uno in particolare ed è un altro Maestro con la M maiuscola : si chiama Fausto Mesolella. Il suo modo di intendere la musica e la chitarra mi affascina da sempre, ha un tocco ed una sensibilità musicale rara e preziosa. Alle finali de “De André” ho avuto modo di conoscerlo di persona poiché faceva parte della giuria del premio e mi è sembrato un uomo autentico e generoso. Chissà, magari un giorno, sarebbe splendido.”
La grande stima reciproca, nata da lì a poco,  ha portato Mesolella  a diventare produttore artistico del primo Album di Marco Greco, uno degli ultimi lavori compiuti da Mesolella prima della prematura scomparsa. Marco Greco, ha presentato il suo album il 30 marzo  2018 con un concerto all’Auditorium  Parco della Musica di Roma per ricordare il suo amico produttore ad un anno dalla scomparsa.
Il giovane cantautore, riparte da una veste musicale più matura, l’insegnamento di Mesolella di sicuro ha lasciato un segno. Il suo linguaggio musicale, incarna già una bellezza che affonda le radici nel cantautorato italiano ma  si evolve verso una
contaminazione  più complessa tra le note del flamenco, della rumba afrocubana e  la melodia greco-balcanica.  

E’ con grande maestria, Greco, ricerca la bellezza senza mediazione e credo, e ci riesce bene  nel  brano “Abbiamo vinto noi “ di sicuro “vincere la propria sfida esistenziale” è una vera speranza.

Un voto per vincere ..
ma forse “Abbiamo vinto Noi”


https://www.youtube.com/watch?v=TdyP89-_FHc https://applicazioni-social.it/musicultura2018/show/marcogreco/