11.22.2015

Museo di Gente senza Storie  in scena al teatro Massimo di Benevento 

L’essere diverso inteso come bellezza,  è stata la motivazione del premio Giullare 2014 riconoscimento importante allo spettacolo teatrale Museo di Gente senza Storie regia di Claudio D’Agostino, dal Festival Nazionale Teatro Contro Ogni Barriera, di Trani.
Lo spettacolo, prodotto dal Centro Polifunzionale E’ Più Bello Insieme immaginaria cooperativa sociale onlus, ha ricevuto consensi in diverse città, Caserta, Cava dei Tirreni, Napoli e  per la prima volta, Domenica 22 Novembre alle ore 18, sarà messo in scena a Benevento al teatro Massimo.
E’ una rappresentazione teatrale dove nessuno ha ragione o torto, dove il sentimento, la capacità di immaginazione di ognuno decidono quale sarà la strada, se sarà accettata e fatto propria, oppure, passerà indifferentemente. E’ la libertà che accompagna lo spettacolo, la lotta tra la supremazia della ragione e quella della pura percezione del sentimento. Gli attori variano di volta in volta, poiché la diversità è l’elemento centrale dello spettacolo:  “Siamo in una polverosa stanza di un museo come tanti altri, in cui  i “reperti” privi d’interesse per i più, vengono abbandonati all'oblio polveroso e inesorabile del tempo che passa, le persone, lì confinate, prendono vita, raccontano la loro storia, il loro essere speciale … e poi …
Li vedi come in un museo!
Si sentono.
Oggi è solo oggi,
oggi è sempre oggi.
Non c’è ieri, si perdono i ricordi perché si vivono le emozioni.
Ci perdiamo in un ascolto di passati unici, storie vere o finte.
Il museo si illumina e diventa incandescente,
i ricordi diventano dolori, pianti, sorrisi.
I ricordi diventano speranza, scelta, determinazione.
I nostri muri si abbattono. Rigenerandoci di fiducia.
Oggi è solo oggi,
oggi è sempre oggi.
Non c’è ieri,
si perdono i ricordi perché si vivono le emozioni.
Si vive il cuore. I suoi battiti. Le sue accelerazioni improvvise.
… e poi … siamo qua.”
Parte dell’incasso della serata sarà devoluto all'associazione Futuro Down e al teatro della zona Ponticelli Magnifico Visbaal, strutture danneggiate durante l’alluvione che ha colpito Benevento circa un mese fa. 
La messa in scena dello spettacolo ha un suo significato, è una forma di impegno etico-sociale a favore degli altri. E’ doveroso ringraziare: Claudio D’Agostino; Anna Rita Zagarese; Pasquale Tedesco;  Clementina Bianchini, Valeria Masiello, Sergio Pomponio, Carmelina Fragnito, Donatella Intorcia, Luigi Dello Iacovo, Federica Feoli, Annamaria Inserra;  Davide Scognamiglio; Giacomo Cavallo; Michelangelo De Pascale.

I biglietti  dello spettacolo Museo di Gente senza Storie si possono acquistare direttamente al teatro Massimo fino alle ore 18 del giorno 22 novembre 2015.

10.02.2015

UN NUOVO INCONTRO SABATO 3 OTTOBRE  PROMOSSO DALL'ASSOCIAZIONE STORICA VALLE TELESINA

“Le edicole votive in maiolica policroma del territorio beneventano-alifano”, è il libro scritto da Luigi di Cosmo e da Vito Antonio Maturo, inserito nella programmazione del ciclo “La diffusione della produzione bibliografica degli autori locali” promosso dall’Associazione Storica Valle Telesina e con il Patrocinio dal Comune di San Salvatore Telesino (Bn).


Da non mancare al terzo appuntamento, sabato 3 Ottobre alle ore 18.00, presso l’Abbazia del Santo Salvatore de Telesia, poiché il libro racchiude un percorso di studio e di riscoperte, come sottolinea Luigi di Cosmo: “L’idea di una ricerca sulle edicole votive nel territorio beneventano-alifano, nacque nel 2009 per la necessità di valutare la produzione di mattonelle smaltate e dipinte -le cosiddette riggiole- prodotte a Cerreto Sannita e San Lorenzello tra il XVIII e il XIX secolo”.


Il testo, non è rivolto solo ai cultori dell’arte, ma è sicuramente, un punto di riferimento per chiunque voglia approfondire un tema così ricercato. Infatti, sono state prese in considerazione, dagli autori, 55 edicole votive in maiolica policroma dislocate in diversi paesi del territorio, la cui iconografia ha determinato una mappatura sia della devozione mariana e sia della devozione ai santi. Donatello Camilli nella sua prefazione scrive: “Il volume rappresenta un itinerario alla scoperta di immagini votive antiche e recenti presenti nel nostro territorio, tracce indiscusse di una fervente devozione popolare […] che evidenzia quell'itinerario che va dall'umano al divino e viceversa.”
Nella tradizione popolare delle edicole si traduce nel detto: “per ogni male un Santo!”.
L’incontro sarà coordinato da Giovanna Battaglino, presidente della’Associazione Storica Valle Telesina. 
Il programma è così articolato:
Saluti di Fabio Romano, sindaco di San Salvatore Telesino;
la presentazione di Donatello Camilli, docente di religione nell’ITTS di San Salvatore Telesino, nonché autore di due scritti su Cusano Mutri – Fattore Q e il profumo di Arepo: la Spina Santa di Cusano Mutri; e Il Crociato Barbato –
In conclusione interverranno gli autori Luigi di Cosmo e Vito Antonio Maturo.


Luigi di Cosmo, è stato Ispettore Onorario per i Beni Culturali e Ambientali dal 1987, ha insegnato Archeologia Medievale presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli ed è esperto di didattica museale e di mediazione culturale nei musei.
Ha pubblicato decine di saggi sia monografici che in riviste scientifiche: Notiziario Archeologia Medievale; Archeologia Medievale; Civiltà Aurunca; Quaderno Campani – Sannitici; Archeologia Uomo Territorio; Rivista Storica del Sannio; Quaderno del Centro studi per la Storia della ceramica meridionale; Azulejos; Ceramicantic; Annuario Associazione Storica del Medio Volturno.

E’ socio di numerosi centri studi ed associazioni tra cui: Centro Ligure per lo studio della ceramica; Centro studi per la Storia della ceramica meridionale; Società Archeologi Medievisti Italiani; Association Internationale pour L'Etude des Céramiques Médiévales en Méditerranée (AIECM2); Associazione Storica del Medio Volturno; Associazione geoarcheologica di Chianciano Terme.

Vito Antonio Maturo, è stato docente di materie agrarie nelle scuole medie superiori di Napoli si è occupato di integrazione scuola-territorio, realizzando progetti innovativi per la prevenzione e recupero della dispersione scolastica. È autore a quattro mani dei due volumi sulle edicole votive con Di Cosmo. Ha collaborato anche per il volume Collettaneo La leonessa e le janare a Cerreto Sannita. Maturo è autore poliedrico e le sue opere vanno da quelle di storia civile, religiosa e antropologica: Gli statuti di Cusano Mutri; Stabilimenti municipali dell'Università. Ordinamento ed amministrazione a Cusano Mutri nel sec. 17; La riscoperta di un antico complesso monastico: S. Maria del Castagneto in Cusano Mutri. La pecora nel cammino dell'uomo pecus-pecunia a Cusano Mutri e sul Matese; U cusanærë: un pò di grammatica, lessico, canti, proverbi, detti, indovinelli, preghiere, inciarmamenti, gastronomia, agnomi di Cusano Mutri.
E' socio della giovanissima Associazione Storica della Valle Telesina, fa parte da anni all'Associazione Napoletana di Storia Patria e all'Associazione Storica del Medio Volturno.

9.29.2015


ENZO ESPOSITO


Museo Arcos 
Al Museo Arcos, Museo di Arte Contemporanea di Benevento, il giorno 26 settembre è stata inaugurata, alla presenza del direttore artistico Ferdinando Creta, del critico d’arte Francesco Tedeschi e al cospetto delle massime autorità della Provincia,una delle mostre più significative del territorio beneventano,per l’alta qualità delle opere,ma anche per il ritorno, dopo circa vent'anni nella propria terra nativa,di Enzo Esposito, pittore che ha segnato, nella seconda metà del Novecento, l’evoluzione dell’arte contemporanea italiana.



Enzo Esposito, Esterina Pacelli, Ferdinando Creta
Museo Arcos
Enzo Esposito nato a Benevento nel 1946, dopo la formazione presso l’Accademia delle Belli Arti di Napoli, si trasferisce a Milano nel 1976. 
Il Nord Italia vive momenti di grandi fermenti artistici, in quegli anni. Esposito arriva sul finire della grande ondata del movimento “Concettual-comportamentista” che il critico Barilli definisce,di “Esplosione” la fase finale del processo.
Durante gli anni '76-'77 le sue opere giocano su grafiche essenziali, a tratti minimale, con uso di materiale quotidiano la cui realtà è sottoposta ad un’analisi tagliente, su sfondo monocromo. Esposito,  sposa il concetto dell’utilizzo del bianco come azzeramento di tutti i colori. Principio molto sviluppato da Piero Manzoni (1933-1963) artista scomparso prematuramente a Milano, che opera per anni alla serie di opere Achrome, dove sintetizza:  “l’infinibilità è rigorosamente monocroma”.

Enzo Esposito, Esterina Pacelli
Museo Arcos 
Esposito, guarda anche la scena artistica europea ed entra in contatto con l’Azionismo Viennese, una corrente artistica sorta in Austria nella prima metà degli anni Sessanta del Novecento, caratterizzata da un uso ostinato di immagini e tematiche di estrazione psicologica, sado-masochista e autolesionistica. In pratica, l’Azionismo Viennese segna il passaggio progressivo, da parte di alcuni artisti, dalla pittura tradizionale all’uso del proprio corpo e delle proprie azioni come elementi espressivi.

Anni importanti per l’arte contemporanea in Italia, fervori ed eccitamenti ne fanno da padrona poiché si guarda non solo alla tradizione artistica europea ma anche a quella statunitense.

Esposito, travolto dalla continua ricerca giunge alla fotografia come mezzo di indagine per esaltare l'atteggiamento autolesionistico delle performances:  allestendo un cerimoniale nel contrasto scenico tra luce e ombra, che gli permette di conoscere, non mediata dalla ragione, ma più viscerale attraverso il superamento dei limiti, l’evoluzione di espressione delle emozioni e delle passioni fino alla perdita di sé, per sopraggiungere all'estasi. Un massimalismo per inoltrarsi nella purezza espressiva.

Opera esposta al Museo Arcos
Risulta estremamente difficile sintetizzare i termini del suo operato dal 1976 ad oggi, ma citare le tappe essenziali solo per fissare i momenti salienti della sua Arte, è un passo doveroso per capire la sua poetica.

 Esposito, è uno dei primi artisti ad intuire, sul finire degli anni Settanta, l’importanza di un ritorno alla pittura, ed elabora una nuova dimensione pittorica “ambientale”. Un genere di pittura in grado di creare una continuità, coniugando sapientemente il cromatismo con lo spazio circostante.





Opera esposta al Museo Arcos
La sua prima istallazione, durante la mostra collettiva Pittura Ambientale 
(1979) nel Palazzo Reale di Milano, direttamente sulle pareti risulta una sperimentazione artistica di grande intensità, che gli permette,  negli anni Ottanta,  di entrare a far parte del movimento artistico “Nuovi Nuovi”, fondato dal critico d’arte Renato Barilli, divenendo uno dei maggiori esponenti della pittura aniconica (astratta). Da questo momento, ad Esposito, interessa l’esperienza di una pittura libera da ogni emozioni, fisicamente viva ma non circoscritta in un piano, anzi, fa emergere inserti tridimensionali di supporti diversi, riuscendo con una dinamica non prospettica e quindi non allusiva a conferire una irrequietezza segnico. Il pigmento e il segno non sono usati in senso rappresentativo o narrativo, ma sono radicati nella tensione mentale ed emotiva di animare il vasto spazio delle pareti.
Opera esposta al Museo Arcos
Oggi, di fronte alle opere che sono la continuità coerente di quel periodo, Enzo Esposito, nel pieno della sua maturità artistica e con la sapienza pittorica, racchiude la massima espressione del pigmento attraverso pennellate veloci,  librando intense vibrazioni.

Opera esposta al Museo Arcos












La mostra allestita al Museo Arcos fino al 22 novembre 2015, comprende circa trenta opere e sintetizzano il processo evolutivo del linguaggio pittorico del maestro Enzo Esposito. 

9.23.2015

Caffè Letterario Le Murate presenta WAITING FOR CAGE | ASPETTANDO CAGE


Appuntamento da non perdere è WAITING FOR CAGE  | ASPETTANDO CAGE, il 23 settembre al Caffè Letterario LE MURATE in Firenze, l’evento rientra nella programmazione Estate Fiorentina.
ASPETTANDO CAGE, è un progetto di musica e parole a cura di Romapoesia ideato da Luigi Cinque.
L’obiettivo è di coinvolgere il pubblico, attraverso le performance di un quartetto di solisti straordinari che interpreteranno liberamente le partiture delle opere di Cage.
La presenza di Luigi Cinque, fiati, tastiera e live electronics, di Patrizio Fariselli, pianoforte e tastiere, di Petra Magoni, voce, di Fausto Mesolella,chitarre, quattro musicisti provenienti da formazione diversa, saranno legati per una sera ad una effusione di vibrazioni dettate dalla loro consapevolezza di libertà di espressione, seguendo la scia del grande Maestro.
John Cage, personalità eclettica più importante del Novecento, elaborò un linguaggio intimo e rivoluzionario, iniziando dalla dissacrazione totale delle regole musicali classiche e tradizionali, innescando un processo evolutivo creando i presupposti della musica contemporanea.
Nato a Los Angeles nel 1912, si interessò già in giovane età alla pratica del virtuosismo pianistico, un atteggiamento musicale che richiedeva grandi doti tecniche. Compositore, teorico musicale e scrittore visse seguendo il percorso inventivo della sua arte, egli basò la costruzione musicale sulla struttura ritmica, sulla successione delle durate, utilizzando formule matematiche per strutturare la composizione. Provò nuovi tipi di strumenti, guidò esperimenti con la musica elettronica, esplorò il campo dei rumori. Legato alla filosofia orientale, Cage adottò tecniche aleatorie e casuali per giungere all'indeterminatezza del suono naturale, poiché la musica è natura, non è imitazione della natura. Fino ad arrivare al concepimento della sua opera più importante, Il Silenzio. 
Waiting, è un pezzo per piano, molto silenzioso, scritto pochi mesi prima dalla composizione più famosa e controversa, dal titolo  4’33”, per qualsiasi strumento. Il brano 4’33” è un’assenza di suono-rumore, lascia spazio ad un smarrimento, per poi sciogliersi in reazioni più disperate. Il non suonare lo strumento,  ma solo l’azione scenica, teatrale, dell’orologio e del tempo stabilito dal compositore, mettono fine all'esecuzione dell’opera. E’ nel vuoto di uno spazio-temporale che il suono esistente diventa musica. 
Egli, rivelò che il silenzio non esiste: “Dovunque, non esiste una cosa chiamata silenzio. Accade sempre qualcosa che produce suono”.
WAITING FOR CAGE, un concerto di parole, musica, performance, rispecchiando la filosofia musicale di John Cage. Una serata all'insegna del piacere dell’intensità con Cinque, Fariselli, Magoni e Mesolella il “quartetto delle meraviglie” così come è stato definito dalla critica. 

9.09.2015


Ritorna alla luce Il Purgatorio ragionato di Francesco Longano a cura di Francesco Lepore


Secondo appuntamento promosso dall’Associazione Storica Valle Telesina per la diffusione della produzione bibliografica degli autori locali, con il Patrocinio del Comune di San Salvatore Telesino .
Il Purgatorio ragionato  a cura di Francesco Lepore è un piccolo gioiello portata alla luce dopo alcuni secoli di oblio.  Commissionato da un editore viennese al sacerdote Francesco Longano nel 1779 che ne
 terminò la stesura  in un mese, ma venne immediatamente sottoposto al censore Ecclesiastico e a  quello Regio per ottenere l’imprimatur, i quali chiesero di effettuare dei cambiamenti.
Il Longano diede via libera alla stampa, dopo alcune correzioni. Il saggio un vero e proprio trattato sul Purgatorio senza però ricorrere ai riferimenti biblici o dottrinali, ma solo alla luce della ragione, venne screditato attraverso la pubblicazione di un pamphlet dall’ex gesuita Francesco Antonio Zaccaria, che accusò il lavoro di Longano di essere “ereticale” e “ infettato di anticlericalismo”, per cui il testo venne ritirato e non vide più la luce fino a quando :  “Nel 2005 un privato offrì alla Biblioteca Apostolica Vaticana l’acquisto di un manoscritto di Longano che si credeva ormai perduto da due secoli e mezzo”  - come ricorda Francesco Lepore curatore della pubblicazione del saggio – “ il prezzo era molto contenuto : appena tremila euro. Perciò la Biblioteca Apostolica Vaticana decise di procedere all’acquisto e di inserire l’opera nel fondo “Vaticani Latini”.

Francesco Longano nacque a Ripalimosani, Molise, nel 1728-29. Studiò nel seminario di Bojano dove fu ordinato sacerdote nel 1751. Si trasferì a Napoli l'anno successivo, riprendendo gli studi di logica, geometria, diritto e teologia. Cominciò a seguire anche le lezioni di Antonio Genovesi, di cui diventò l'allievo prediletto al punto che nel 1760, ebbe l'incarico di sostituirlo nelle lezioni dalla cattedra di commercio.
Nel 1767 pubblicò Dell'uomo naturale che gli attirò ben presto accuse di irreligiosità, poiché riprendendo una parte dell'insegnamento genovesiano, portava a esiti più radicali alcune riflessioni del maestro.  Il Longano si poggiava su una rilettura di Vico, Spinoza e Montesquieu secondo cui la libertà naturale nasceva dalla critica alle disuguaglianze dovute alla differente distribuzione delle ricchezze, al lusso smodato, alla crudezza della società. Al centro della sua polemica si trovavano dunque i poteri e le istituzioni della società meridionale che più rappresentavano questo mondo di disuguaglianze, per lui rappresentato dai ricchi e dai baroni, dai frati e dalla Chiesa. A quell'epoca si fa risalire anche l'affiliazione massonica dell’autore, infatti il suo nome compare già in un elenco della Loggia napoletana La parfaite union del 22 ott. 1768.
Per circa due anni, dal 1756 al 1758 aveva insegnato Filosofia nel Seminario di Cerreto Sannita, ma ben presto era andato via, sia perché non amava troppo la gente del paese, sia perché troppo attratto dalla vita culturale e politica della capitale del Regno.

Nel 1788 pubblicò il Viaggio per lo contado di Molise, nel 1790 il Viaggio in Capitanata.
 Il Viaggio per lo contado di Molise, venne riscritto in gran parte nel 1796 con una breve premessa nella quale il Longano immaginava nel Sannio un luogo chiamato Filopoli, un'utopica società perfetta e democratica.  Era il luogo in cui veniva armonizzato il rapporto tra città e contado, e Longano vi rivelava ancor più la sua militanza massonica ed esaltava il mito del popolo sannita, attaccato alla patria e amante della libertà. La costituzione stessa di Filopoli prevedeva l'uguaglianza perfetta dei beni, dei diritti e dei doveri, di fronte a una religione civile senza Chiesa e senza poteri, conservata da sacerdoti scelti fra i più illuminati e benevoli padri di famiglia. Purtroppo non ne vide la stampa perché morì il 28 aprile 1796 a Santopadre in Terra di Lavoro. Ma la sua opera forse più controversa è proprio il Trattato teologico politico sull'esistenza del Purgatorio, del 1779 sequestrato e creduto perduto, ma oggi è conservato presso la Biblioteca Vaticana Apostolica, di cui Francesco Lepore ha curato la pubblicazione per la casa editrice IRESMO.

L’Associazione Storica Valle Telesina, ringrazia la presenza e  l’attenzione dell’amministrazione comunale di San Salvatore Telesino per la costante promozione delle manifestazioni storico-culturali.
Nella splendida cornice dell’Abbazia Benedettina del Santo Salvatore, con il suo interno l’Antiquarium è un luogo amato e frequentato non solo dagli studiosi di San Salvatore Telesino ma da esponenti del mondo della cultura dell’intera Valle Telesina, è previsto per sabato 12 Settembre alle ore 18.00 l’appuntamento con Il Purgatorio ragionato di Francesco Longano a cura di Francesco Lepore.
Il programma dell’incontro è così articolato:
 coordina: Giovanna Battaglino, presidente dell'ASVT
 saluti: Fabio Romano, Sindaco di San Salvatore Telesino
Interventi:
 Valentino Petrucci, Università del Molise, La “Filopoli” di Longano: una città utopica sul Matese
 Dario Luongo, Università Federico II e Università Parthenope, Uguaglianza, integrazione comunitaria e religione civile. Il pensiero di Longano e la cifra dell'illuminismo meridionale
 Marco Buonocore, Biblioteca Vaticana, Cose nuove nell'antico: scoperte e sorprese nella Biblioteca Vaticana
Francesco Lepore, curatore dell’opera, Conclusioni


Tutti gli incontri sono a ingresso libero, non mancate!
Per informazioni contattare e-mail: asvtelesina@gmail.com Sito web: www.asvtelesina.org




9.03.2015

TERZA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELL'ERRANZA 







Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più?

Tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
- Non  ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.

-I tuoi amici?
-Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.

-La Patria?
-Non so sotto quale latitudine si trovi.

-La bellezza?
-L’amerei volentieri, ma dea e immortale.

-L’oro?
-Lo odio come voi odiate Dio.

-Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?
-Amo le nuvole … Le nuvole che passano … laggiù … 
Le meravigliose nuvole!”

Lo straniero
Charles Baudelaire




Il tema di quest’anno della Terza Edizione del Festival dell’Erranza è Lo Straniero e le Nuvole,di ispirazione baudelariana.  

Il direttore artistico del Festival, Roberto Perrotti mette in evidenza l’aspetto più consono del rapporto con lo straniero : “Si guarderà allo straniero come fonte d’interrogazione e come dono di conoscenza, volgendo lo sguardo anche alla mutevolezza e all'indecifrabilità delle nuvole. 
Il viandante nel porsi in cammino incontrerà inevitabilmente la propria estraneità e sarà  indotto a investigare su questo fenomeno di confine. L’esperienza, se vissuta nella ricerca e nell'appropriazione di senso, condurrà alla figura dello straniero, inteso in senso lato.
direttore artistico
Roberto Perrotti
Questo, provenendo dall’esterno, pone inevitabilmente il problema dell’accoglienza, insieme a quello della minaccia: lo straniero da un lato sarà vissuto come un ospite, dall’altro come un nemico. Egli, infatti, è il portatore di un dono (la nostra identità si definisce nella relazione con l’estraneo), ma anche d’inquietudine (la sua presenza è vissuta spesso come una minaccia). Suscita in noi ammirazione e timore. Capiterà di chiederci, dinanzi a tanta diversità, quali siano le cose che egli ami di più.
Fu proprio questo che Charles Baudelaire, poeta errante, chiese allo straordinario straniero, nel poemetto,  “Lo Straniero” e quell’uomo enigmatico rispose che non amava gli amici, la patria e l’oro, ma amava “le nuvole meravigliose che passano laggiù”. Le nuvole, che passano sulla nostra testa, sono anch’esse enigmatiche, indecifrabili, imprendibili, in continuo movimento come lo straniero. Nell’ammirare la loro forma, il loro colore, le loro movenze, proviamo a interrogarle, a capirne un segno. Aprono squarci di luce e gettono ombre, volano nel cielo, nei disegni dei bambini e nei nostri sogni. Il nostro destino è legato alla loro mutevolezza, la loro minaccia,il loro linguaggio, la loro straordinaria erranza. In questa luce, si potrà penetrare la polivalenza dello straniero e investigare il significato dell’ospitalità e dell’accoglienza.

Un programma ricco di incontri, perché il Festival racchiude la filosofia del viaggio in ogni sua forma. 
Il suggestivo Chiostro di San Domenico in Piedimonte Matese accoglierà viaggiatori, filosofi, religiosi, scrittori ed artisti, ognuno racconterà la propria esperienza, la propria filosofia di viaggio. 
Le testimonianze, spunti di riflessione, condurranno il pubblico in un susseguirsi di conoscenze, di sensazioni straordinarie e profonde.

Il Festival Dell’Erranza,si avvale del Patrocinio della Provincia di Caserta, dell'Ente Provinciale del Turismo di Caserta e del Comune di Piedimonte Matese. 
L'inaugurazione è per venerdì 4 settembre alle ore 17,00 presso il Chiostro San Domenico in Piedimonte Matese(Ce)con la presenza del diligente direttore artistico Roberto Perrotti.

Qui di seguito il programma in sintesi dei tre giorni del Festival dell'Erranza
Per maggiore informazioni http://www.festivaldellerranza.it/


Venerdì 4 SETTEMBRE
-Ore 17.30 Carmen Pellegrino, storica e scrittrice
 introduce: Giuseppe Castrillo

-Ore 18.30 Daniele Biella, giornalista ed educatore  
introduce: Alberico  Bojano

-Ore 19.30 Darinka Montico, fotografa e viaggiatrice  
introduce: Francesco Garofano


 Sabato  5 SETTEMBRE
-Ore 10.30   GAL  Alto Casertano  
presentazione del documentario “Vagheggio”

-Ore 11.30   Fatima Mahfud,
rappresentante del Fronte Polisario 
introduce: Anna Grillo

-Ore 12.00   Paolo Mastroianni, scrittore ed ingegnere
                 Fabrizio Coscia, Insegnante, giornalista e scrittore 
introduce: Carla D’Alessio

-Ore 17.30    Marco Neirotti, Giornalista e scrittore 
introduce: Stefano De Stefano

- Ore 18.30   Antonio Biasiucci, fotografo e artista 
                  Silvio Perrella, scrittore e critico letterario 
introduce: Benny Maria Iannitti

-Ore 19.30  Ferdinando Camon, scrittore  
introduce: Giuseppe Colangelo

-Ore 21,00   Maldestro in concerto


Domenica 6 SETTEMBRE
-Ore 10.30  Christian Carmosino, regista e produttore 
introduce: Nicola Sorbo

-Ore 11.30  Emergency  
relazione Michele Iacoviello 
coordinatore del progetto 
Cliniche Mobili

Ore 12.30  Piero  Verni,
 giornalista e presidente dell’Associazione Italia- Tibet.




9.01.2015



titolo : CHI MANDA LE ONDE
autore : GENOVESI FABIO
dati : 2015, 391 p., BROSSURA
editore : MONDADORI
collana : SCRITTORI ITALIANI E STRANIERI












Chi manda le onde di Fabio Genovesi è stato uno dei cinque libri finalisti al Premio Strega 2015. Sostenuto dalla scrittrice Silvia Ballestra e dallo scrittore Diego De Silva, nonché giornalista e sceneggiatore.

Genovesi, è il vincitore del PREMIO STREGA GIOVANI 2015: “Ogni pagina di questo romanzo è un’ondata di emozioni. Brancoliamo tutti nel buio di un oceano piatto e infinito che è la nostra vita, alla ricerca di correnti giuste che possono condurci a certezze e verità”. – Beatrice Bengasi, Liceo Scientifico Rossetti di San Benedetto del Tronto-. Giovani attenti ma soprattutto proiettati verso una lettura vera.
Anche quest’anno, la giuria del Premio Strega Giovani ha coinvolto ragazzi e ragazze di età compresa tra i 16 e i 18 anni di quarantaquattro scuole secondarie superiori in Italia e tre all'estero – Berlino, Bucarest, Parigi -. Gli studenti raccolti in gruppo di lettura di dieci per scuola, hanno letto le dodici opere semifinaliste concorrenti al LXIX Premio Strega, inviando il loro voto per via telematica.
Chi manda le onde è risultato il libro più votato, aggiudicandosi il PREMIO STREGA GIOVANI 2015.


E' un romanzo ad alta qualità emotiva, idioma semplice, diretto, affronta le piccole e grandi problematiche che affollano il vivere quotidiano.

Una storia che nasce in mezzo a tante piccole storie, che si intrecciano tra di loro dando vita ad un viaggio ricco di sorprese e di emozioni.

Personaggi “strani” affollano le pagine di questo piccolo grande capolavoro : “ Ci sono onde che arrivano e travolgono per sempre la superficie calma della vita”.

Ambientato nel cuore caldo della Versilia, i protagonisti vivono attraverso la propria esistenza la vita dalle mille sfaccettature.
E’ uno scritto che cattura l’attenzione già dalla prima pagina.
Genovesi, ha avuto la capacità di rendere tutto molto fluido senza cadere nella banalità, senza portare il lettore alla noia.





T R A M A

Ci sono onde che arrivano e travolgono per sempre la superficie calma della vita. Succede a Luna, bimba albina dagli occhi così chiari che per vedere ha bisogno dell'immaginazione, eppure ogni giorno sfida il sole della Versilia cercando le mille cose straordinarie che il mare porta a riva per lei. Succede a suo fratello Luca, che solca le onde con il surf rubando il cuore alle ragazze del paese. Succede a Serena, la loro mamma stupenda ma vestita come un soldato, che li ha cresciuti da sola perché la vita le ha insegnato che non è fatta per l'amore. E quando questo tsunami del destino li manda alla deriva, intorno a loro si raccolgono altri naufraghi, strambi e spersi e insieme pieni di vita: ecco Sandro, che ha quarant'anni ma vive ancora con i suoi, e insieme a Marino e Rambo vive di espedienti improvvisandosi supplente al liceo, cercando tesori in spiaggia col metal detector, raccogliendo funghi e pinoli da vendere ai ristoranti del centro. E poi c'è Zot, bimbo misterioso arrivato da Chernobyl con la sua fisarmonica stonata, che parla come un anziano e passa il tempo con Ferro, astioso bagnino in pensione sempre di guardia per respingere l'attacco dei miliardari russi che vogliono comprarsi la Versilia. Luna, Luca, Serena, Sandro, Ferro e Zot, da un lato il mare a perdita d'occhio, dall'altro li profilo aguzzo e boscoso delle Alpi Apuane.







Fabio Genovesi, nato a Forte dei Marmi nel 1974.
Ha scritto i romanzi:
Versilia Rock City (2012),
Esche Vive (2013)tradotto in dieci Paesi tra cui Stati Uniti ed Israele.
Il saggio cult Morte dei Marmi (2012),
Tutti primi sul traguardo del mio cuore(2013) è il diario on the road della sua avventura al Giro d’Italia.
Inoltre, collabora con il “ Corriere della Sera” e “Glamour”.

5.13.2015

FAUSTO MESOLELLA FA VIVERE NUOVE EMOZIONI CON CANTOSTEFANO

Ascolto. Mi lascio trasportare dalle parole di Quello che non voglio
E’ uno dei brani dell’album CantoStefano pubblicato sotto l’etichetta discografica Suoni d’Italia di Mariella Nava, poesie di Stefano Benni musicate e cantate da Fausto Mesolella, disponibile nei negozi di musica e sui maggiori store digitali.
Festeggia i suoi cinquantanni di carriera con un album che apre altri orizzonti. CantoStefano è la massima espressione artistica di Mesolella. Interpreta magistralmente i versi, con voce suadente e avvolgente che si intreccia al ritmo vigoroso della sua chitarra, l’insaguinata, compagna di vita.
E’ la sintesi di ciò che lui è stato in tutti questi anni, un chitarrista lontano dagli schemi, che ha saputo sapientemente coniugare il dono del senso musicale alla passione, assemblando musicalmente le diverse tradizioni culturali, rifiutandosi di adottare un qualsiasi linguaggio musicale tradizionale:[…] ho sempre cercato una linea musicale fuori dalla tecnica, una libera interpretazione del pensiero musicale[…] 
Mesolella, ha maturato nel tempo un suono personale fatto di una continua sperimentazione di nuovi effetti acustici e di interpretazioni. E’ un viaggio tra le musiche standard e di brani originali, assimilati nel corso di ricerche e poi padroneggiati con assoluta competenza.
E’ chitarrista, compositore, arrangiatore, oltre ad esser da anni un componente del gruppo Avion Travel, ma da qualche tempo ha deciso di essere anche solista.
Il suo esordio da solista è avvenuto qualche anno fa, nel 2012, con l’album Suonerò fino a farti fiorire solo guitar, -dichiara- per la prima volta ho deciso di fare qualcosa per me -.
Nello stesso anno collabora contestualmente anche in altri ambiti e con altri artisti. 
E’ il partner musicale di Stefano Benni in, Ci manca Totò, un musical a due voci, con Stefano Benni in veste di cantante e attore oltre che autore, Fausto Mesolella chitarrista e arrangiatore.
Il suo è stato un desiderio quello di musicare e cantare le poesie di Stefano Benni, ed il sogno si è avverato.
Ecco, come lui parla del suo nuovo lavoro: Sopra un bel tappeto volante Stefano Benni mi ha donato la possibilità di musicare una poesia che aveva scritto per Fabrizio De Andrè e leggendo quelle parole di denuncia così profonde, ho pensato che era giusto iniziare la mia carriera di dicitor cantante. Avevo bisogno di parole profonde che assomigliassero al mio modo. Il brano Quello che non voglio è la denuncia morale che tutti gli artisti dovrebbero portare nella tasca della giacca.

Benni, ha regalato a Mesolella anche altre poesie Anima, Tulipani, La Giraffa, La domenica della vita, solo per citarne alcune, che fanno parte dell’album, tutte straordinariamente interpretate col giusto equilibrio tra musica, poetica e voce.
CantoStefano è originale ed intenso è per un pubblico che vive ed apprezza la buona musica italiana. Concludo con l’hashtag di Fausto Mesolella 
#chiudeteitalent fate presto … salvate la musica

5.05.2015

I dodici semifinalisti del Premio Strega 2015

Sono stati presentatati da Dario Vergassola, giovedì 30 Aprile al teatro San Marco di Benevento, i dodici semifinalisti del Premio Strega 2015.
Vergassola, ha aperto la sessantanovesima edizione affiancato dal direttore della Fondazione Bellonci, Stefano Petrocchi, in una scenografia semplice ed elegante realizzata interamente in legno da due bravi artisti Italo Mustone e Fabio Melillo.
Dopo il saluto delle Istituzioni, si è passato alla presentazione dei candidati de
l Premio letterario più prestigioso d’Italia. 

Il Premio Strega, infatti, è stato istituito nel 1947 all'interno del salotto letterario di Maria e Goffredo Bellonci a Benevento, con il contributo di Guido Alberti, proprietario della casa produttrice del Liquore Strega che dà il nome al Premio. Solo dal 1986 è organizzato e gestito dalla Fondazione Bellonci.
Il Premio viene assegnato ad uno scrittore o ad una scrittrice di un libro pubblicato in Italia tra il 1° Aprile dell’anno precedente fino al 31 marzo dell’anno in corso. Quest'anno sono previsti nuovi meccanismi per la scelta della cinquina dei finalisti.
La giuria sarà composta come sempre da“Gli Amici della Domenica” i quattrocento giurati scelti tra donne e uomini di cultura, ai quali si aggiungono i sessanta lettori selezionati ogni anno da librerie indipendenti italiane, e i quindici voti collettivi espressi da Scuole, Università e Istituti Italiani di Cultura all'estero. Durante la prima votazione che si terrà il 10 giugno presso la Fondazione Bellonci, i giurati dovranno esprimere la loro preferenza per tre dei dodici libri in concorso, non più per uno solo, infatti questa è la prima novità. La seconda, prevede l’inserimento tra i finalisti anche di un libro pubblicato da un medio - piccolo editore, per dare la possibilità di far vincere anche ai meno noti.
Il rush finale, per la seconda votazione e per la proclamazione del vincitore, si svolgerà a Roma giovedì 2 Luglio nel meraviglioso scenario del Ninfeo di Villa Giulia.
Di seguito sono elencati i dodici semifinalisti che si sono succeduti sul palco del Teatro San Marco di Benevento, con la descrizione del libro in concorso e con una sintesi biografica di ogni autore.
Vinicio Capossela
Il paese di Coppoloni
Feltinelli
Descrizione:
"Da dove venite? A chi appartenete? Cosa andate cercando?" Così si chiede al viandante-narratore nelle terre dei padri. Il viandante procede con il passo dell'iniziato, lo sguardo affilato, la memoria popolata di storie. E le storie gli vengono incontro nelle vesti di figure, ciascuna portatrice di destino, che hanno il compito di ispirati accompagnatori. Luoghi e personaggi suonano, con i loro "stortinomi", immobili e mitici, immersi in un paesaggio umano e geografico che mescola il noto e l'ignoto. Scatozza "domatore di camion", Mandarino "pascitore di uomini", la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Testadiuccello, Camoia, la Marescialla: ciascuno ragguaglia il viandante, ciascuno lo mette in guardia, ciascuno sembra custode di una verità che tanto più ci riguarda, quanto più è fuori dalla Storia. Il viandante deve misurarsi, insieme al lettore, con un patrimonio di saggezza che sembra aver abbandonato tutti quanti si muovono per sentieri e strade, sotto la luna, nella luce del meriggio, accompagnati dall'abbaiare dei cani. E poi ci sono la musica e i musicanti. La musica da sposalizio, da canto a sonetto, la musica per uccidere il porco, la musica da ballo per cadere "sponzati come baccalà", la musica da serenata, il lamento funebre, la musica rurale, da resa dei conti.

Capossela, Vinicio <1965- >
Musicista, scrittore,
autore di reading e riduzione
radiofonica.
Nato ad Hannover (Germania)

Mauro Cavacich
La Sposa
Bompiani

Descrizione:
Due sconosciuti in attesa di sparare durante un safari umano. Un'artista vestita da sposa che attraversa l'Europa in autostop. Un giovane sacerdote, ignaro del suo futuro di papa, in un drammatico corpo a corpo con il desiderio. Gli attentati compiuti nei supermercati da un tranquillo padre di famiglia con la passione per gli esplosivi. Le peripezie di un cuore espiantato, in corsa verso la seconda vita. Un uomo deciso a condividere la casa con un branco di lupi. Fatti realmente accaduti che si fondono a invenzioni folgoranti e brevi digressioni autobiografiche, come la lezione di frisbee al nipotino, nella quale affiora la dolente sterilità di un'intera generazione che ha rinunciato ai figli per le proprie ambizioni personali. "La sposa" è un unico flusso di pensieri sul presente, lo stesso che da molti anni caratterizza la scrittura di Mauro Covacich e che trova in "Anomalie" (1998) la sua iniziale scaturigine. Diciassette storie colme di bruciante amore per la vita, scaturite dai recessi di una normalità spesso, a ben vedere, fenomenale.

Covachic, Mauro <1965- > 

scrittore, pubblicista, 
insegnante e documentarista. Nato a Trieste.


















































Sul palco del Teatro San Marco
la collaboratrice della casa editrice. 
Elena Ferrante è la scrittrice senza volto, 
ha scelto da sempre l’anonimato. 
E’ stata accostata ai nomi 
di Goffredo Fofi e Domenico Starnone, 
fino a quella che dovrebbe essere 
l’identità definitiva, 
ma mai ufficializzata 
di Anita Raja, 
moglie di Starnone, 
e traduttrice dalla e/o.



Elena Ferrante 
Storia di una bambina perduta.L’amica geniale 
e/o 
Descrizione: 
"Storia della bambina perduta" è il quarto e ultimo volume dell'Amica geniale. Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e "rinascite". Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l'altro allo scontro con i potenti fratelli Solara). Ma il romanzo è soprattutto la storia di un rapporto di amicizia, dove le due donne, veri e propri poli opposti di una stessa forza, si scontrano e s'incontrano, s'influenzano a vicenda, si allontanano e poi si ritrovano, si invidiano e si ammirano. Attraverso nuove prove che la vita pone loro davanti, scoprono in se stesse e nell'altra sempre nuovi aspetti delle loro personalità e del loro legame d'amicizia. Intanto la storia d'Italia e del mondo si srotola sullo sfondo e anche con questa le due donne e la loro amicizia si dovranno confrontare...




Vins Gallico 
Final cut. L’amore non Resiste
Fandango 
Descrizione: 
Per affrontare i fallimenti sentimentali ci vuole coraggio. E un grande senso pratico. Lasciarsi non è un affare che riguarda solo il cuore, ma questione delicata, che si chiude con il rito turpe della restituzione. Perché, siamo sinceri, l'eliminazione della persona amata passa dalla rimozione fisica delle sue cose dagli armadi. Senza quel gesto non si può fare spazio, né ricominciare. Il nostro protagonista non sarebbe onesto se non confessasse di aver fondato la Final Cut per una storia andata male. Ma non lo farà, racconterà invece di suo cugino Ludovico che, appena mollato dalla fidanzata, in deficit emotivo, gli ha chiesto una mano per disfarsi degli oggetti di Claudia nel suo appartamento. Una specie di trasloco, che è però un taglio netto. La gente è disposta a pagare pur di non sentire dolore e la Final Cut presta soccorso, mette fine ai rapporti ormai in crisi. Le parole d'ordine sono: assenza di partecipazione, distacco, sospensione di giudizio, imparzialità. E il tariffario cambia in base alle richieste. Se siete fortunati, avrete anche l'elenco delle motivazioni per le quali siete stati lasciati, ma per il flusso di coscienza dovrete saldare a parte, perché il confine fra empatia e commiserazione è labile, e il nostro protagonista non crede nelle terapie.

















Gallico Vincenzo,
forma variante del nome
Gallico Vins, <1976- >
Scrittore, traduttore, libraio.
Nato a Melito di Porto Salvo (RC)



Fabio Genovese 
Chi manda le onde 
Mondadori 
Descrizione:
Ci sono onde che arrivano e travolgono per sempre la superficie calma della vita. Succede a Luna, bimba albina dagli occhi così chiari che per vedere ha bisogno dell'immaginazione, eppure ogni giorno sfida il sole della Versilia cercando le mille cose straordinarie che il mare porta a riva per lei. Succede a suo fratello Luca, che solca le onde con il surf rubando il cuore alle ragazze del paese. Succede a Serena, la loro mamma stupenda ma vestita come un soldato, che li ha cresciuti da sola perché la vita le ha insegnato che non è fatta per l'amore. E quando questo tsunami del destino li manda alla deriva, intorno a loro si raccolgono altri naufraghi, strambi e spersi e insieme pieni di vita: ecco Sandro, che ha quarant'anni ma vive ancora con i suoi, e insieme a Marino e Rambo vive di espedienti improvvisandosi supplente al liceo, cercando tesori in spiaggia col metal detector, raccogliendo funghi e pinoli da vendere ai ristoranti del centro. E
 poi c'è Zot, bimbo misterioso arrivato da Chernobyl con la sua fisarmonica stonata, che parla come un anziano e passa il tempo con Ferro, astioso bagnino in pensione sempre di guardia per respingere l'attacco dei miliardari russi che vogliono comprarsi la Versilia. Luna, Luca, Serena, Sandro, Ferro e Zot, da un lato il mare a perdita d'occhio, dall'altro li profilo aguzzo e boscoso delle Alpi Apuane.
















Genovesi, Fabio <1974- >
scrittore, pubblicista,
collabora con
il Corriere della Sera e Glamour.
Nato a Forte dei Marmi.



Nicola Lagioia
La ferocia 
Einaudi 
Descrizione: 
In una calda notte di primavera, una giovane donna cammina nel centro esatto della strada provinciale. E nuda e coperta di sangue. A stagliarla nel buio, i fari di un camion sparati su di lei. Quando, poche ore dopo, verrà ritrovata morta ai piedi di un autosilo, la sua identità verrà finalmente alla luce: è Clara Salvemini, prima figlia della più influente famiglia di costruttori locali. Per tutti è un suicidio. Ma le cose sono davvero andate cosi? Cosa legava Clara agli affari di suo padre? E il rapporto che la unisce ai tre fratelli - in particolare quello con Michele, l'ombroso, il diverso, il ribelle - può aver giocato un ruolo determinante nella sua morte? Le ville della ricca periferia barese, i declivi di ogni rapida ascesa sociale, una galleria di personaggi indimenticabili, le tensioni di una famiglia in bilico tra splendore e disastro: utilizzando le forme del noir, del gotico, del racconto familiare, scandite da un ritmo serrato e da una galleria di personaggi e di sguardi che spostano continuamente il cuore dell'azione, Nicola Lagioia mette in scena il grande dramma degli anni che stiamo vivendo.


















Lagioia, Nicola <1973- > 
scrittore,
editor narrativa italiana 

presso
 Nichel minimum fax
conduttore di Pagina3,
 trasmessa da Rai Radio3.
Nato a Bari



Wanda Marasco
Il genio dell’abbandono
Neri Pozzi
Descrizione: 

"Il genio dell'abbandono" racconta la vita del più grande scultore italiano fra Otto e Novecento: Vincenzo Gemito. E il romanzo di un'avventura eversiva e donchisciottesca, sullo sfondo di una Napoli vissuta come "un paese imprecisato che stava diventando la sua frontiera di malato", a contatto coi protagonisti della cultura del tempo. Wanda Marasco prende le mosse dalla fuga dell'artista dalla clinica psichiatrica in cui è ricoverato, e da lì ricostruisce la storia agitata di un "enne-enne", un figlio di nessuno abbandonato sulla ruota dell'Annunziata. Il marchio del reietto, beffardamente impresso nel suo stesso nome che è il risultato di un errore di trascrizione, lo accompagnerà per sempre. Il suo apprendistato lo farà nei vicoli, al fianco di un altro futuro grande artista, il pittore Antonio Mancini, suo inseparabile amico che diventerà anche coscienza di Gemito, suo complice totale e infine suo nemico. Vedremo così "Vicienzo" entrare nelle botteghe in cerca di maestri, avido di imparare. Lo seguiremo a Parigi, tra stenti da bohème e sogni di celebrità, e lo ritroveremo a Napoli, artista ambito da mercanti e da re. Vivremo il suo folle amore per la modella Mathilde Duffaud, che ne segna la vita come un sistema dell'erotismo e del dolore, un impasto di eccessi e delusioni che sfociano in una follia tutta "napoletana": intelligenza alla berlina, incandescenza e passioni spesso arrese a un destino malato di cui il "vuoto" di Napoli voracemente si nutre.
Marasco, Wanda <1953- > 
Scrittrice, poetessa, 
regista teatrale, docente. 
Nata a Napoli



Marina Mizzau 
Se mi cerchi non ci sono
Manni
Descrizione: 

Dopo il funerale di Leonardo le due mogli, le figlie, le sorelle, il nipote, il cugino, una zia e alcuni amici si ritrovano insieme, intrecciando il ricordo di lui con barzellette e risate, conflitti e vecchie incomprensioni, equivoci e amori incerti. Il gruppo di famiglia si riunisce nella casa dell'uomo, e poi al bar per l'aperitivo, e poi in trattoria, tra divertenti siparietti e rivelazioni e tenerezze conditi dal gusto dei protagonisti per le parole e, soprattutto, per il cibo. Nel computer, ad ognuno di loro, Leonardo ha indirizzato una lettera in cui rievoca storie e sentimenti della vita con lui e senza di lui. Manca quella per la sua ex allieva, la voce narrante che ci accompagna nella giornata, scioglie un rebus, svela ciò che (non) è accaduto con Leonardo.
Mizzau, Marina <1936- >
Docente universitario di psicologia,
saggista, scrittrice.
Nata a Roma



Marco Santagata 
Come donna innamorata
Guanda
Descrizione: 
Come si può continuare a scrivere quando la morte ti ha sottratto la tua Musa? E questo l'interrogativo che, l'8 giugno 1290, tormenta Dante Alighieri, giovane poeta ancora alla ricerca di una sua voce, davanti alle spoglie di Beatrice Portinari. Da quel momento tutto cambierà: la sua vita come la sua poesia. Percorrendo le strade di Firenze, Dante rievoca le vicissitudini di un amore segnato dal destino, il primo incontro e l'ultimo sguardo, la malìa di una passione in virtù della quale ha avuto ispirazione e fama. E sgomento, il giovane poeta; e smarrito. Ma la sorte gli riserva altri strali. Mentre le trame della politica fiorentina minacciano dapprima i suoi affetti - dal rapporto con la moglie Gemma all'amicizia fraterna con Guido Cavalcanti - e poi la sua stessa vita, Dante Alighieri fa i conti con le tentazioni del potere e la ferita del tradimento, con l'aspirazione alla gloria letteraria e il timore di non riuscire a comporre il suo capolavoro... E un Dante intimo, rivelato nella sua fragilità ma anche nella potenza della sua visione del mondo, quello che Marco Santagata mette in scena in un romanzo che restituisce le atmosfere, le parole, le inquietudini di un Medioevo vivido e vicino. Il sommo poeta in tutta la sua umanità: lacerato dall'amore, tormentato dall'ambizione, ardentemente contemporaneo. 

Santagata, Marco <1947- >
Docente universitario 

di letteratura italiana,
saggista.
Nato a Zocca (Modena)




Clara Sereni assente per motivi di salute, 
ma rappresentata dal suo editor della Giunti editore

Clara Sereni
Via Ripetta 155
Giunti
Descrizione:

 Dopo il funerale di Leonardo le due mogli, le figlie, le sorelle, il nipote, il cugino, una zia e alcuni amici si ritrovano insieme, intrecciando il ricordo di lui con barzellette e risate, conflitti e vecchie incomprensioni, equivoci e amori incerti. Il gruppo di famiglia si riunisce nella casa dell'uomo, e poi al bar per l'aperitivo, e poi in trattoria, tra divertenti siparietti e rivelazioni e tenerezze conditi dal gusto dei protagonisti per le parole e, soprattutto, per il cibo. Nel computer, ad ognuno di loro, Leonardo ha indirizzato una lettera in cui rievoca storie e sentimenti della vita con lui e senza di lui. Manca quella per la sua ex allieva, la voce narrante che ci accompagna nella giornata, scioglie un rebus, svela ciò che (non) è accaduto con Leonardo.


Sereni, Clara <1947- > 
Scrittrice, traduttrice e saggista. 
Nata a Roma.





Paolo Zardi
XXI secolo
Neo.
Descrizione: 

"Un futuro prossimo e dissonante, metafora di un'irreversibile crisi dell'Occidente una scrittura aspra e controllata, illuminata da sprazzi di singolare originalità" - (Giancarlo De Cataldo)In un imprecisato futuro del ventunesimo secolo, un uomo percorre le strade di un'Europa assediata dalla crisi e dalla povertà. Vende depuratori d'acqua porta a porta fissando appuntamenti da desolati centri commerciali. Ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione e rigore avendo come unica ragione di vita sua moglie e i suoi due figli.Che sia un'intera società ad essersi illusa o un singolo individuo, la forza d'urto di una certezza che crolla dipende da ciò che si è costruito sopra.Guardando dritto negli occhi un Occidente in declino, Paolo Zardi racconta il tentativo struggente di un marito di capire quali verità possano nascondersi sotto le macerie delle proprie certezze, lo sforzo commovente di un padre di proteggere la sua famiglia quando tutto sembra franare.Opera al contempo intima e universale, XXI Secolo è una domanda fondamentale sull'identità e sulla capacità dell'animo umano di sondarne le profondità più nascoste; è il tentativo di comprendere quale significato possano ancora avere, negli anni che ci attendono, la parola "amore" e le sue molteplici forme.
Zardi, Paolo <1970- >
ingegnere, scrittore.
Nato a Padova



Zerocalcare
Dimentica il mio nome
Bao Publishing
Graphic Novel
Descizione: 

Quando l'ultimo pezzo della sua infanzia se ne va, Zerocalcare scopre cose sulla propria famiglia che non aveva mai neanche lontanamente sospettato. Diviso tra il rassicurante torpore dell'innocenza giovanile e l'incapacità di sfuggire al controllo sempre più opprimente della società, dovrà capire da dove viene veramente, prima di rendersi conto di dove sta andando. A metà tra fatti realmente accaduti e invenzione.
Zerocalcare,
 pseudonimo di Michele Rech <1983->
 fumettista italiano.
Nato ad Arezzo