9.29.2015


ENZO ESPOSITO


Museo Arcos 
Al Museo Arcos, Museo di Arte Contemporanea di Benevento, il giorno 26 settembre è stata inaugurata, alla presenza del direttore artistico Ferdinando Creta, del critico d’arte Francesco Tedeschi e al cospetto delle massime autorità della Provincia,una delle mostre più significative del territorio beneventano,per l’alta qualità delle opere,ma anche per il ritorno, dopo circa vent'anni nella propria terra nativa,di Enzo Esposito, pittore che ha segnato, nella seconda metà del Novecento, l’evoluzione dell’arte contemporanea italiana.



Enzo Esposito, Esterina Pacelli, Ferdinando Creta
Museo Arcos
Enzo Esposito nato a Benevento nel 1946, dopo la formazione presso l’Accademia delle Belli Arti di Napoli, si trasferisce a Milano nel 1976. 
Il Nord Italia vive momenti di grandi fermenti artistici, in quegli anni. Esposito arriva sul finire della grande ondata del movimento “Concettual-comportamentista” che il critico Barilli definisce,di “Esplosione” la fase finale del processo.
Durante gli anni '76-'77 le sue opere giocano su grafiche essenziali, a tratti minimale, con uso di materiale quotidiano la cui realtà è sottoposta ad un’analisi tagliente, su sfondo monocromo. Esposito,  sposa il concetto dell’utilizzo del bianco come azzeramento di tutti i colori. Principio molto sviluppato da Piero Manzoni (1933-1963) artista scomparso prematuramente a Milano, che opera per anni alla serie di opere Achrome, dove sintetizza:  “l’infinibilità è rigorosamente monocroma”.

Enzo Esposito, Esterina Pacelli
Museo Arcos 
Esposito, guarda anche la scena artistica europea ed entra in contatto con l’Azionismo Viennese, una corrente artistica sorta in Austria nella prima metà degli anni Sessanta del Novecento, caratterizzata da un uso ostinato di immagini e tematiche di estrazione psicologica, sado-masochista e autolesionistica. In pratica, l’Azionismo Viennese segna il passaggio progressivo, da parte di alcuni artisti, dalla pittura tradizionale all’uso del proprio corpo e delle proprie azioni come elementi espressivi.

Anni importanti per l’arte contemporanea in Italia, fervori ed eccitamenti ne fanno da padrona poiché si guarda non solo alla tradizione artistica europea ma anche a quella statunitense.

Esposito, travolto dalla continua ricerca giunge alla fotografia come mezzo di indagine per esaltare l'atteggiamento autolesionistico delle performances:  allestendo un cerimoniale nel contrasto scenico tra luce e ombra, che gli permette di conoscere, non mediata dalla ragione, ma più viscerale attraverso il superamento dei limiti, l’evoluzione di espressione delle emozioni e delle passioni fino alla perdita di sé, per sopraggiungere all'estasi. Un massimalismo per inoltrarsi nella purezza espressiva.

Opera esposta al Museo Arcos
Risulta estremamente difficile sintetizzare i termini del suo operato dal 1976 ad oggi, ma citare le tappe essenziali solo per fissare i momenti salienti della sua Arte, è un passo doveroso per capire la sua poetica.

 Esposito, è uno dei primi artisti ad intuire, sul finire degli anni Settanta, l’importanza di un ritorno alla pittura, ed elabora una nuova dimensione pittorica “ambientale”. Un genere di pittura in grado di creare una continuità, coniugando sapientemente il cromatismo con lo spazio circostante.





Opera esposta al Museo Arcos
La sua prima istallazione, durante la mostra collettiva Pittura Ambientale 
(1979) nel Palazzo Reale di Milano, direttamente sulle pareti risulta una sperimentazione artistica di grande intensità, che gli permette,  negli anni Ottanta,  di entrare a far parte del movimento artistico “Nuovi Nuovi”, fondato dal critico d’arte Renato Barilli, divenendo uno dei maggiori esponenti della pittura aniconica (astratta). Da questo momento, ad Esposito, interessa l’esperienza di una pittura libera da ogni emozioni, fisicamente viva ma non circoscritta in un piano, anzi, fa emergere inserti tridimensionali di supporti diversi, riuscendo con una dinamica non prospettica e quindi non allusiva a conferire una irrequietezza segnico. Il pigmento e il segno non sono usati in senso rappresentativo o narrativo, ma sono radicati nella tensione mentale ed emotiva di animare il vasto spazio delle pareti.
Opera esposta al Museo Arcos
Oggi, di fronte alle opere che sono la continuità coerente di quel periodo, Enzo Esposito, nel pieno della sua maturità artistica e con la sapienza pittorica, racchiude la massima espressione del pigmento attraverso pennellate veloci,  librando intense vibrazioni.

Opera esposta al Museo Arcos












La mostra allestita al Museo Arcos fino al 22 novembre 2015, comprende circa trenta opere e sintetizzano il processo evolutivo del linguaggio pittorico del maestro Enzo Esposito. 

Nessun commento:

Posta un commento