12.19.2016


NESSUNO E' NATO LIBERO 

IL PRIMO SUCCESSO DI ADRIANA DELL'AMICO



Intervista di Esterina Pacelli

Adriana Dell’Amico è al suo primo esordio come scrittrice. Nessuno è nato libero, edito dalla piccola casa editrice EdizioniMelagrana, affronta in chiave religioso il Libero Arbitrio dell’essere umano. 
La tesi principale è la libertà dell’uomo sull'essenza e sull'esistenza, le cui riflessioni invitano ad un crescere civile in una società martoriata da eventi negativi. Tutto è permesso, forse fin troppo, perdendo il buon senso e invadendo la libertà altrui, si corre sempre più verso modelli sociali imposti dalla globalizzazione allontanandosi delle proprie radici.
Il protagonista don Nicola ripercorre il suo cinquantennale sacerdozio ricordando le diverse vicissitudini del suo quotidiano, nell'ultimo anno della sua vita fa una valutazione, ripercorrendo le storie di donne e di uomini della sua comunità.

Che  cosa ha spinto, ad Adriana Dell’Amico, a scrivere questo libro?
L’idea di scrivere questo libro è nata dal bisogno che vedo di amore nella gente. Ho cercato di trattare l’amore partendo dal concetto di libertà. Noi non nasciamo liberi e anche durante la nostra vita non lo siamo. Restiamo legati a catene, a preconcetti che ci sono stati inculcati dalla nostra famiglia, dalla società. L’unico modo per essere veramente liberi è amare. Amare nonostante i nostri limiti e le nostre imperfezioni e amare gli altri profondamente per ciò che sono.

Vivere con uno zio prete, ha influenzato le sue scelte di vita?
Vivere con uno zio prete per me è stato un grande dono. Mio zio mi ha insegnato ad amare Cristo, ma ciò non ha influenzato il mio percorso di vita. Ha posto le basi della mia fede e con queste basi sono stata sicuramente più forte nel camminare nel mondo.

Che cos'è la libertà e fino a che punto si desidera veramente essere liberi?
La libertà vera si ottiene solo attraverso il rispetto di se stessi e degli altri. L’unico metro è l’amore.

Marco muore a diciotto anni, avrebbe potuto scegliere una vita semplice, invece, ha sfidato con la sua ingenuità il dio denaro. Quante volte bisogna morire, prima di iniziare a vivere sul serio e capire il reale senso della vita?
Per capire il senso autentico della vita bisogna morire infinite volte e rinascere altrettante infinite volte. E’ attraverso le prove dure della vita che la nostra anima e la nostra mente si fortifica ed è in grado di andare avanti.

Cosa è auspicabile, in un momento così drammatico dove le guerre, omicidi, femminicidio, emigrazione ed immigrazione rendono difficile il vivere quotidiano, una società basata sul principio dell’Amore e del bene comune, giacché la parola Amore è contaminata da molteplici significati ed è principio di responsabilità, oppure, considerando che lei è un avvocato, uno Stato fondato esclusivamente su leggi giuridiche?
Le  leggi giuridiche dello stato non sono in grado di curare i mali dell’anima. Ciascuno di noi dovrebbe imparare a seguire un principio di etica e di morale collettiva. Per far ciò sarebbe semplice considerare due concetti: quello della responsabilità, vale a dire, il rispetto nei confronti dell’altro e quello della solidarietà cioè nell'aiuto dell’altro.

Nessuno è nato libero, è stato pubblicato a Maggio 2016 dalla piccola casa editrice EdizioniMelagrana, in soli sei mesi  è già alla terza ristampa. E’ stato presentato a Milano, a Roma, a Bologna alla Mondadori, a Firenze, a Napoli, a Caserta, a Capua, a Castelvenere e in tanti altri luoghi. In programma altre città e tra queste anche Cortina d'Ampezzo. Un viaggio continuo tra Nord e Sud, ma quale è stato il maggior riscontro che ha avuto durante la presentazione del suo libro nelle diverse zone d’Italia?
Le tante persone che ho incontrato in questi mesi girando l’Italia, mi dicevano sempre la stessa cosa. Che questo libro aveva “toccato“ il loro cuore. Ecco, questo era il mio obiettivo: produrre un’emozione forte.

Era preparata a questo successo?
Non ero assolutamente preparata a questo successo. Ma ho capito che in una società come la nostra, dove la vita ormai è priva di contenuti e di valori, l’uomo vuole ritornare a Dio, vuole ritornare ai valori primari.

Il suo prossimo lavoro? 
Da circa due mesi sto scrivendo il mio prossimo libro. Analizzo sempre l’animo umano.



Adriana Dell’Amico è nata a Caserta nel 1975. Ha studiato Giurisprudenza alla Seconda Università di Napoli Federico II ed è un Avvocato esperto in diritto dei minori e diritto di famiglia. Nel 2004 ha costituito una Cooperativa Sociale e una Comunità per minori dell’area penale. Fin dall'infanzia ha mostrato un’innata propensione alla poesia, vincendo molti concorsi. Viene definita come un’autrice che sussurra forti emozioni attraverso versi leggiadri e al contempo profondi, investigando in maniera innovativa temi e dimensioni solo lambiti da altri autori.Le forti tematiche scelte e il modus narrandi ispirano partecipazione del lettore e impongono la continuazione della lettura.Il libro Nessuno è nato libero è la sua prima sfida da scrittrice. In esso si esamina la persona e l’animo umano riprendendo e estrapolando concetti propri del personalismo francese.


Ringrazio Adriana Dell'Amico per il materiale fotografico e per aver reso possibile questa intervista



12.14.2016


comunicato stampa - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO





Sabato 17 dicembre 2016 alle ore 18,00 presso l’Hotel La Piana di Amorosi (BN), nell'ambito della rassegna ArtePiana a cura del direttore artistico Ferdinando Creta, sarà inaugurata la mostra GENIUS LOCI, personale di pittura dell’artista sannita Andrea Petrone.

Arte Piana è una rassegna d’arte che da più di 15 anni crea cultura nel territorio sannita e nella valle telesina. Nasce da un’intuizione di Antonio Di Chiara e dei suoi figli, proprietari dell’Hotel La Piana di Amorosi (BN), che vollero farsi promotori d’arte con l’intento di diffonderne la conoscenza partendo da un’ottica nuova e alquanto insolita per quegli anni: l’arte che si muove verso un particolare ambito territoriale offrendosi al pubblico in uno spazio altro dalla tradizione che la vuole collocata in musei, gallerie o sale istituzionali. L’esposizione prende corpo così in un contesto dove gli usi sociali e culturali si combinano, estraneo ad ogni sorta di formalismo ma piuttosto frutto di un moderno mecenatismo. Una tale interpretazione consente all’espressione artistica di diversificarsi nei temi e nelle impostazioni acquisendo un potere comunicativo in grado di raggiungere un pubblico sempre più ampio.

Andrea Petrone interviene negli spazi dell’Hotel La Piana con le opere più significative della sua produzione artistica, con i lavori che tracciano in modo inequivocabile il suo percorso di ricerca. In piena autonomia tematica tira fuori una serie di ritratti di personaggi sia del mondo dello spettacolo che del mondo dell’arte, che riprende, con la sua immediatezza pittorica, in espressioni se non sempre studiate, comunque colte nell'essenza caratterizzante dei personaggi.
Dopo Toutcourtotò, dedicata interamente al grande comico napoletano, Petrone, pur mostrando forte interesse a personaggi contemporanei del mondo dello spettacolo, non abbandona il suo repertorio su Totò. Con la serie di mostre dal titolo Genius Loci continua a dedicare all'artista napoletano, “intramontabile maestro della risata”, buona parte della sua ricerca iconografica, muovendosi con la semplicità di chi è artista a tutto tondo. Petrone nelle varie edizioni di Genius Loci, come New York o Capri, in una sorta di gioco delle parti, il pittore diventa attore e viceversa. Sì, perché Petrone nella sua pittura è soprattutto attore: è capocomico, nell’accezione ottocentesca della Commedia dell’Arte, traduce in pittura il copione da inscenare scelto. Maria Campitelli scrive che “alla comicità insita in Totò si aggiunge quella di Petrone... con le maschere espressive di volta in volta rinnovate, tratte dal suo inesauribile inventario umano”: da Totò a Dalì e Andy Warhol, da Picasso a Marilyn Monroe, da Troisi a Servillo, da Fiorello a Lucio Dalla , attraverso una lettura attenta e profonda e solo apparentemente superficiale. Fa bene Goffredo Fofi ad affermare che nelle fantasie pittoriche di Andrea Petrone ci sono molti Totò, il superficiale e il profondo, il banale e l'insolito, il pesante e il leggero, l'antico e anche il postumo: un Totò ambiguo, come era Totò-principe e guitto, povero e ricco, ma mai caporale.



Andrea Petrone nasce a Napoli nel 1952 e vive a San Giorgio la Molara (Bn), figlio del pittore Mario Petrone e della poetessa Chiara Luciani, è nipote di uno dei più noti ed importanti poeti dialettali abruzzesi, Alfredo Luciani, scomparso nel 1968, al quale Gabriele D’Annunzio nel 1910 dedicò una lettera di presentazione per l’editore Carabba: “… sono ancora commosso dalla poesia fresca e vivida di Alfredo Luciani, che qui mi ha recitato alcuni de’ suoi mirabili sonetti.”. E’ nipote di secondo grado di Tommaso Cascella fratello di Michele, nel cui studio pescarese, ancora fanciullo, inizia a sperimentare il linguaggio dell’arte. L’artista ha dipinto diverse opere dedicate a personaggi del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo, tra cui ricordiamo quelle dedicate a Massimo Troisi, Padre Pio, Maradona, Edoardo De Filippo, Salvador Dalì, Andy Warhol, Marilyn Monroe, Jeef Koons e Cicciolina, Dario Fo e Lucio Dalla a cui, durante la visita alla mostra su Picasso e Chagall, ospitata nel nuovo Museo d’Arte Vittoria Colonna di Pescara, l’artista ha donato la fotografia del quadro che lo raffigurava. Ha realizzato una tombola d’artista, “Morfè chiste so’ nummere!” in cui nelle tradizionali 90 caselle, sono ritratti personaggi del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Sue opere sono apparse in Rai Uno alla trasmissione Uno Mattina in più occasioni. Hanno scritto di lui: Maria Campitelli, Edoardo Di Mauro, Maurizio Vitiello, Antonio Petrilli, Goffredo Fofi, Liliana De Curtis, Roberto Benigni, Barbara Tosi, Marco Di Mauro, Lucrezia De Domizio, Nico de Vincentis, Lucio Dalla, Giovanna Coppa, Peppe Barra, Jean Noel Schifano, Giorgio Carlo Nista, Roberto De Simone, Carmine Nardone, Philippe Daverio, Gherardo Frassa, Nazareno Orlando, Enrico Crispolti, Lawrence Auriana, Enrico Grezzi, Franco Di Mare, Giulio Ciavoliello, Janus, Carlo Falato, Aniello Cimitile, Antonio De Lucia, Patrizia Calce.


comunicato stampa - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO






PAOLO BINI 
LEFT BEHIND
A cura di Luca Beatrice
Retrostanze del Settecento – Reggia di Caserta

Inaugurazione domenica 18 dicembre 2016 - ore 17.00

Dopo la mostra personale alla Everard Read Gallery di Cape Town(Sudafrica) e dopo aver vinto la XVII edizione del Premio Cairo a Palazzo Reale di Milano, l'artista Paolo Bini (Battipaglia, Salerno, 1984) su invito della Direzione Generale della Reggia di Caserta, in collaborazione con la galleria Nicola Pedana di Caserta e sotto il Matronato della Fondazione Donna Regina Museo MADRE di Napoli, realizzerà una mostra personale presso le stesse sale che fino a qualche mese fa hanno ospitato la prestigiosa Collezione TerraeMotus.
La mostra dal titolo "Left Behind", a cura di Luca Beatrice (curatore del Padiglione Italia, Biennale di Venezia 2009), si terrà in quattro ambienti differenti delle Retrostanze del Settecento, al primo piano della Reggia.
Si tratta di un’esposizione site-specific. Nelle quattro sale in cui si divide saranno allestite le differenti opere che Bini ha progettato appositamente per gli spazi. Nella prima stanza l'artista ha realizzato mediante i refusi delle sue strisce tre grandi dipinti in acrilico su tela. Nel secondo ambiente viene presentata una serie di opere pittoriche monocromatiche in acrilico su nastro di carta su tela, tecnica singolare di Bini, che comporranno una grande costellazione con evidenti richiami al modus operandi di allestire le quadrerie borboniche. Nella terza e nella quarta stanza Paolo Bini ha ideato due opere a carattere ambientale, "Paradise box", già presentata alla recente Art Verona | Project Art Fair, e un wall painting in un serrato dialogo con gli affreschi della volta.
La mostra, corredata dal volume monografico a cura di Luca Beatrice, sarà visitabile fino al 18 gennaio 2017. Nel catalogo i testi di Luca Beatrice, Andrea Viliani e Arianna Baldoni.









BREVE NOTA BIOGRAFICA Paolo Bini (Battipaglia, Salerno, 1984). Si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli al Dipartimento di Scenografia, ha studiato con Massimo Bignardi e Salvatore Michelino. Nel 2007 è stato Assistente dello Scenografo Gerardo Viggiano presso il Cinespettacolo della Grancia a Brindisi di Montagna, l’esperienza nel campo della scenografia ha contribuito ed ancora oggi contribuisce, talvolta, alla “messa in scena” delle sue opere. Nel 2008 dopo la mostra “Casellari della Memoria” presso l’Università di Siena, Palazzo San Galgano, una sua opera entra nella Collezione d’arte contemporanea della Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena, mentre l’anno seguente un suo lavoro entra a far parte della Collezione permanente del Museo – FRAC, Baronissi. Nel 2010 tiene prima una mostra personale presso Museo Palazzo Bianco, Genova e successivamente partecipa alla Residenza Artistica presso il Grad Kultural Center di Belgrado a cura di Componibile62 e lavora per un periodo all’Avana grazie ad un progetto a cura del Centro Di Sarro, Roma, in questa occasione espone per la XIII Settimana della Cultura e della Lingua Italiana presso il Museo San Francisco de Asìs della capitale cubana. Questi due viaggi segnano profondamente l’assetto evolutivo nell’esperienza artistica di Bini in dialogo, con il suo lavoro, su tematiche come la dissolvenza e l’atmosfera. Nel 2013 è il primo artista ad inaugurare la Residenza ARP, invenzione del Centro Documentazione Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro a Cape Town, in quell’occasione tiene una personale dal trasognato titolo “Brink of the Ocean” presso Provenance House a Cape Town. Nel 2014 tiene prima una personale presso Museo Casa Ludovico Ariosto a Ferrara poi una doppia personale con Donald Baechler presso la galleria Pedana di Caserta e successivamente presenta un opera site-specific presso la Fondazione Donna Regina - Museo MADRE di Napoli. Nel 2015 entra a far parte della Presidential Collection of Public Works, Cape Town e della Leuu Collection, Franschhoek. L’anno successivo tiene la sua seconda personale in Sudafrica presso la Everard Read gallery; nello stesso anno un suo dipinto è entrato a far parte della Collezione Permanente del Museo MADRE di Napoli e vince la XVII Edizione del Premio Cairo. Vive e lavora a Battipaglia, Salerno.