5.18.2017

rubrica

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by Esterina Pacelli
Il Festival dell’Erranza nasce nel 2013 per volontà di Roberto Perrotti, ideatore e direttore artistico. 
Si svolge, fin dalla prima edizione, nel complesso monumentale cinquecentesco di San Domenico in Piedimonte Matese (Ce).
Nel corso delle diverse edizioni, ha ricevuto sempre più una crescente approvazione dalle diverse Istituzioni. Oggi vanta del patrocinio dell’Ente Provinciale Turismo di Caserta, il patrocinio della Provincia di Caserta e il patrocinio della Città di Piedimonte Matese, oltre alla partecipazione di Emergency e Amnesty International, la collaborazione del Museo Campano di Capua, il Museo Civico di Piedimonte Matese, tante associazioni  e librerie come La Feltrinelli di Caserta, inoltre la partecipazione di sponsor e in particolare il maggior sostenitore la ditta Mangimi Liverini s.p.a.
Il Festival dell'Erranza è riconosciuto a livello internazionale come promotore della cultura nel suo genere. La presenza di autori-ospiti, la cui diversa provenienza geografica con una formazione culturale varia, ha contraddistinto ogni volta il festival, generando uno standard qualitativo molto alto. 
Il chiostro di San Domenico si popola non solo di viaggiatori ma di curiosi e diventa un luogo di ritrovo. L’incipit è il racconto, che si trasforma in un  confronto di esperienze di vita di persone, che con coraggio, hanno vissuto momenti intensi. 
Si sa che l’astrazione di erranza è insita in ogni uomo, ma solo ai più, spinge ad intraprendere il viaggio di ricerca e di scoperta. E’ l’incontro con chi a modo proprio inizia un cammino, ma è anche l’incontro con chi a modo proprio conclude un cammino. Ascoltare ogni ospite è un viaggio nel viaggio poiché si entra in simbiosi con il racconto e con le emozioni di ognuno di loro. 

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Roberto Perrotti è psicanalista, responsabile diagnosi e clinica psicologica UOSM Puglianello ASL BN1, giornalista, scrittore, viaggiatore, ideatore e direttore artistico del Festival dell’Erranza.  
Dirige la collana “Solare” dell’A.S.M.V. 
Ha pubblicato per il Gruppo Editoriale  Guida “La trilogia dei capperi” (2005) e Passodincanto (2008) 
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Come nasce il Festival dell'Erranza?
I motivi che hanno ispirato l’idea dl Festival dell’Erranza sono simili a quelli che inducono un viandante a mettersi in cammino.
La sua mente sul principio sarà affollata di emozioni contrastanti, ma dopo i primi passi, quando l’incedere avrà trovato il suo ritmo, le idee si saranno disposte probabilmente in modo nuovo.
Questo è il momento nel quale si può riflettere sulla propria scelta.
A noi è capitato qualcosa di molto simile. Dopo aver percorso un buon numero di cammini, abbiamo riconosciuto la ragione della nostra scelta ed eccone una sintesi.
Il Festival dell’Erranza è il luogo dove s’incontrano viaggiatori, sportivi, filosofi, religiosi, scrittori e artisti per indagare sull'arte di girare il mondo, sulla necessità di mettersi in cammino, sulla tendenza al nomadismo, sull'entusiasmo all'esplorazione, sull'impulso al viaggio e sulla fatica del migrare.
Ci si è disposti così nel corso degli anni all'ascolto delle loro narrazioni, che hanno sollecitato riflessioni e inferenze sui temi centrali della modernità.
Nell'organizzare gli incontri, si è armonizzato il contributo artistico con quello di ricerca, la riflessione filosofica con il resoconto di viaggio.

Il Festival si tiene, fin qui, nel borgo antico di Piedimonte  Matese.
La scelta è caduta sulla cittadina del Medio Volturno sia perché è attigua a una tappa storica della via Francigena del Sud, sia perché rappresenta un centro di forte interesse storico e culturale, che ha affascinato viaggiatori, studiosi e artisti e, inoltre, in quanto terra di confine e di accoglienza.
Ma c’è di più.
Siamo convinti che un festival di tale matrice debba necessariamente tenersi in uno spazio che recuperi il senso della storia e della bellezza, che trasmetta vibrazioni di vita e che offra opportunità di convivialità.
Per questi motivi si è scelto come sua “stazione di posta” elettiva di complesso monumentale di San Domenico, il suo ampio e ricco Chiostro cinquecentesco, l’Auditorium e la Cappella del Rosario, congiuntamente alla piazza antistante  e al quartiere antico del centro storico del borgo.

Il tema cambia ad ogni edizione, perché?
E’ inevitabile che il termine “erranza”, declinato nei suoi molteplici significati, conduca –è il caso di dirlo- verso argomenti di forte impatto e di grande attualità, come il disporsi al cammino, l’ospitalità, l’accoglienza, la dimora, la relazione con l’Altro, la visione dell’estraneo, la definizione di confine. Le edizioni che finora si sono avvicendate hanno provato a illuminare questi temi.

Mi parli delle edizioni passate.

La Prima Edizione, Passaggi di umanità
Il tema di questa edizione è stato dedicato ai passaggi di umanità. Gli ospiti, seguendo ognuno la propria sensibilità, si sono interrogati sulla crisi antropologica che investe la nostra contemporaneità, chiedendosi dove questa intende condurci, che cosa, attraverso essa, sta emergendo e quali sono i “passaggi” per affrontarla. Negli ultimi anni,infatti, si ha la sensazione che un’intera cultura si vada sbriciolando e corrompendo. Si avverte quindi la necessità di promuovere una cultura creativa, che possa mediare  le dimensioni profonde dell’anima e i linguaggi della politica e della società. Una cultura che possa definirsi del transito in atto e della trasformazione. Gli incontri ofrono la possibilità di spunti interpretativi su cosa stia realmente accadendo e quali sia la direzione di questi mutamenti radicali.

La Seconda Edizione, La Dimora e l’Altrove
Indagare la relazione Dimora/Altrove ci aiuta, di certo, a estendere la riflessione sul senso dell’errare.
Si potrà riflettere sull’idea di confine, di sosta e di residenza, che esprime il concetto di sicurezza e di possesso. Gli autori sono stati invitati ad interrogarsi sul senso della Dimora, ad ampliare il significato e a coglierne la molteplici inferenze. La Dimora esprime l’idea del “confine”, del luogo di sosta, di residenza, di nascita. Racchiude il concetto di sicurezza, di possesso, di potere. E’ il luogo dove si anela ritornare, dal quale si intende allontanarsi. Spazio mitico, rifugio per il nostro corpo, perimetro sacro che ci rappresenta e ci identifica, area da preservare a costo della vita, luogo da difendere e che ci difende. L’Altrove potrà, invece, determinare una rottura con la quotidianità, sia sul piano interpersonale sia spaziale.
L’incontro con l’Altro, stimolerà le capacità percettive, attentive e ricettive, lo sguardo si modificherà, si osserverà con l’occhio dello straniero, si vedrà, in altre parole, soltanto ciò che già si conosce. I “nuovi mondi” potranno apparire bizzarri, incomprensibili, enigmatici e la relazione con l’Estraneo potrà evocare emozioni profonde e paure nascoste. L’Alterità potrà presentarsi in più forme, assumere il carattere romantico, malinconico, esotico, spirituale, spaventoso. Dal confronto con la Diversità, dallo specchiarsi in essa, potranno nascere emozioni nuove e sorprendenti: il viaggiatore da un lato ricerca la diversità, dall’altro respinge gli elementi non familiari.

La terza edizione, Lo straniero e le Nuvole.
Il tema fa riferimento all'ospitalità e all'incontro con l’Altro e il suo titolo ha una chiara derivazione baudelairiana.
Si guarda allo straniero come fonte d’interrogazione e dono di conoscenza, volgendo lo sguardo anche alla mutevolezza a all'indecifrabilità delle nuvole.
Il viandante nel porsi in cammino incontra inevitabilmente la propria estraneità e viene spinto a investigare su questo fenomeno di confine. L’esperienza, se vissuta nella ricerca e nell'appropriazione di senso, condurrà alla figura dello straniero, nel suo più ampio significato.
Questo, provenendo dall'esterno, pone inevitabilmente il problema dell’accoglienza, insieme a quello della minaccia: lo straniero da un lato sarà vissuto come ospite, dall'altro come nemico. Egli, infatti, è il portatore di un dono -la nostra identità si definisce nella relazione con l’estraneo-, ma anche d’inquietudine -la sua presenza è vissuta spesso come una minaccia-. Suscita in noi ammirazione e timore.
Capiterà di chiederci, dinanzi a tanta diversità, quali sono le cose che egli ami di più.
Fu proprio questo che Charles Baudelaire, poeta errante, chiese allo straordinario straniero, nel poemetto, “Lo Straniero” e quell'uomo enigmatico rispose che non amava gli amici, la patria e l’oro, ma amava “le nuvole meravigliose che passano laggiù”
Le nuvole, che passano sulla nostra testa, sono anch'esse enigmatiche, indecifrabili, imprendibili, in continuo movimento come lo straniero. Nell'ammirare la loro forma, il loro colore, le loro movenze, proviamo a interrogarle, a capirne un segno. Aprono squarci di luce e gettano ombre, volano nel cielo, nei disegni dei bambini e nei nostri sogni. Il nostro destino è legato alla loro rotta: dobbiamo imparare a decifrarle, a cogliere la loro mutevolezza, la loro minaccia, il loro linguaggio, la loro straordinaria erranza.
In questa luce si potrà cogliere la polivalenza dello straniero e investigare il significato dell’ospitalità e dell’accoglienza.


Nella quarta edizione c’è stato un cambiamento.  E' stato inserito ‘Incontri di Primavera’ è la pre-apertura del festival in un giorno di primavera. E’ l’augurio di un nuovo "cammino" verso il Festival dell’Erranza, che si svolgerà come di consueto,  a settembre.



Il 13 giugno,  Vinicio Capossela ha inaugurato ‘Incontri di Primavera’ parlando delle sue opere e della sua erranza.







I Confini e i Volti.
Si è affrontato il tema del limite, del bordo e della frontiera, con un particolare riferimento alla relazione con l’Altro, al suo Volto, al suo senso di Infinito.
Gli ospiti hanno potuto riflettere sul significato del confine, di linea reale o mentale, di bordo che delimita l’Altro.
Ogni divisione, in realtà, crea una doppia visione che consente di contemplare la diversità insita in ogni Alterità.
L’uomo da sempre ha vissuto sul limite e si è dibattuto spesso sul suo dualismo, sulla sua molteplice personalità, sulle diverse interpretazione del mondo, della religione e della società.
La traccia, il solco, la soglia e il confine tendono a delimitare uno spazio, togliendolo del nulla per consegnarlo a una dimensione.
La vita dell’uomo è un passaggio continuo sul limite dell’io e dell’Altro.
Non è un caso che si definisca con-fine il luogo dove entrambi hanno la loro fine per poi incontrarsi.
L’incontro avviene per necessità attraverso una relazione diretta:”faccia a faccia”.
Ciò si realizza, in altri termini, attraverso la visione del Volto dell’Altro. 
Immagine vivente, nuda e vulnerabile.
Il Volto dell’Altro sorprende e la nostra risposta diviene spesso un modo per interrogarci sulla nostra stessa identità.
Il Volto rappresenterà la vera frattura in un territorio unificato e renderà possibile ogni discorso intorno alle relazioni umane.

L'edizione 2017, che cosa prevede?




Si parte anche quest'anno con 'Incontri di Primavera’. 
Peppe Barra ha aperto con parole e suoni evocativi della tradizione popolare il cammino verso le date del 29, 30 settembre e 1 Ottobre. Sono previsti, come sempre, incontri, spettacoli e riflessioni sul tema Il Dono e l'Impossibile



Il tema di questa edizione riguarderà il Dono e la sua complessità.
Si guarderà al dono della terra e della bellezza, dell’intelligenza e dell’estro, dell’ospitalità e del soccorso e si proporrà una riflessione sulla sua ambiguità e sul suo misterioso circuito.
Il dono, inteso come gesto di generosità e di gratuità, crea inevitabilmente nuovi e profondi legami sociali, simbolici e relazionali fra chi dona e chi riceve.
Un “contratto sacro”, a dir poco speciale, si stabilisce fra il benefattore e il beneficiario, caratterizzato da tre momenti cruciali: il dare, il ricevere e il restituire.
E’ come se il dono “obbligasse” alla reciprocità e alla simmetria.
L’atto di donare determina, di fatto, una svolta nella relazione con l’Altro: si passa da un’iniziale gratuità a una conseguente reciprocità.
Il dono rivela, in questo modo, un’essenziale duplicità e ambivalenza.
Sarà possibile restituire al dono la sua innocenza?
Affinché rimanga gratuito, anonimo e incondizionato, l’evento del dono dovrà superare il limite del possibile.


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Ringrazio il direttore artistico dottore Roberto Perrotti per la sua disponibilità a Raccontar.Si. 
Appuntamento al Festival dell'Erranza, Il Dono e l'Impossibile - 29-30 Settembre e 1 Ottobre 2017- Chiostro di San Domenico - Piedimonte Matese (Ce)








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