5.03.2017

rubrica 

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by Esterina Pacelli


Raccontar.Si è uno spazio virtuale per dare voce agli artisti che non rientrano in nessuna “nicchia”, ma che hanno molto da dire.
E’l'incontro con chi attraverso i propri Pensieri, le proprie Parole e le proprie Opere riesce a dar vita all'unicità emotiva per farsi conoscere.
Un po’ di tempo fa, parlando con degli amici coniai il termine Movimento Orizzontale, inteso come l’arte che emerge dal popolo dove non ci sono ‘poltrone’ ma solo Libertà. Manifestare la sensibilità, mettere in gioco il proprio IO, è la forma più rivoluzionaria che ci possa essere. La Rivoluzione Culturale avviene attraverso coloro che hanno una propria padronanza espressiva, un linguaggio artistico vero, che hanno inciso sul territorio di appartenenza segni di innovazione, determinando un punto di partenza.

Un giorno scrissi: “voglio fare la rivoluzione … la rivoluzione culturale attraverso il movimento orizzontale”
Fausto mi rispose: bene, falla!

La vita è beffarda, si prende gioco di noi, perché il 30 marzo è scomparso il più grande Chitarrista italiano e un Grande Uomo, Fausto Mesolella. 
Colui che ha sempre combattuto per le sue idee mantenendo fede alla sua visione di vita, senza scendere a compromessi ma sostenendo il suo Credo nella musica, quella nata con i sacrifici, con la gavetta dei battesimi, delle comunioni, dei matrimoni e delle feste di piazza.
Poiché la vita è beffarda, appunto, ho avuto l’onore di conoscere in mezzo a tanto dolore uno dei suoi amici che ha condiviso per ben trenta anni, piccoli e grandi momenti di musica e non solo, Pasquale De Marco.
In una sera di Aprile in pochi minuti, De Marco mi ha regalato la voglia di continuare la mia Rivoluzione Culturale di cui avevo accantonata l’idea. Mi ha trasmesso la giusta energia, quella di non mollare e di andare avanti, così, gli ho chiesto di tenere a  battesimo questa nuova rubrica con aneddoti, musica e foto.

Pasquale De Marco si racconta e lo fa con la passione, con la semplicità, ricordando la nascita di una grande amicizia che è durata per più di trenta anni con Fausto Mesolella.

Il mio obiettivo è dare spazio a tutti gli Artisti che hanno voglia di Raccontar.Si, di parlare della propria storia, delle proprie origini, di traguardi raggiunti e di sconfitte inaspettate. 
Chi, nonostante tutto, si è rialzato  e  con ottimismo e con coraggio ha proseguito con coscienza  e consapevolezza la direzione verso il proprio Dono.

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Pasquale De Marco, è fisarmonicista compositore, nato a Liberi (Ce) nel 1949. 
Inizia a suonare la fisarmonica all'età di sei anni, sull'esempio dello zio Bernardino e del nonno Pasquale De Marco. Si trasferisce in Germania con la famiglia, dove studia la fisarmonica con il Maestro Artur Trummer, che continua poi, in Italia con il Maestro Antonio Ventre. Negli anni ha collaborato con molti artisti tra cui Gigi Stok, Peppino Principe, Eliana Zajec  solo per citarne alcuni. Nel 1983 conosce Fausto Mesolella e inizia non solo un rapporto lavorativo ma soprattutto una grande amicizia.

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Pasquale De Marco, come nasce la sua musica?
Nel 1980 a Liberi (Ce)nasce la Fisorchestra Liberina. Una piccola scuola di fisarmonica e orchestra, composta da ragazzi in erba che amavano e studiavano fisarmonica. Un Sogno che mi frullava nella testa da adolescente, fin dal ritorno dalla Germania, dove vivevo con la mia famiglia emigrata per motivo di lavoro. Qui, suonai alcune volte nella piccola fisorchestra del mio primo Maestro Artur Trummer , il quale era solito allestire ogni anno in occasione delle feste natalizie, nei ristorantini di Wollmatingen-Konstanz Germany, incontri musicali.
Il rientro in Italia nel 1962, partecipai con la mia prima formazione  alla “Festa della Fisarmonica” presso il ristorante Mont’Etna di Liberi (Ce), saggio musicale organizzato da me con alunni, genitori e altre persone appassionate di Fisarmonica.

La Fisarmonica è uno strumento antico con un suono dolce e a volte malinconico usato in diverse circostanze, si possono suddividere le fisarmoniche da liscio, le fisarmoniche da concerto e le fisarmoniche da studio, ma nel nostro territorio la fisarmonica com'è considerata?
E’ uno strumento amato e odiato, spesso confuso con “l’organetto”, in Campania è considerato lo strumento dei poveri, degli zingari e dei mendicanti.
A tal proposito voglio ricordare che da bambino avvertivo spesso questa discriminazione, perché la fisarmonica è uno strumento popolare, campagnolo e contadino, e sentivo spesso battute offensive :“…manca solo il piattino”, poiché per le strade delle grandi città, vi si era l’abitudine di incontrare il suonatore di fisarmonica accompagnato da un’altra persona con il piattino –appunto- per la raccolta delle offerte. In passato, c’è stato addirittura un Papa –di cui non faccio il nome- che vietò l’uso della fisarmonica in chiesa, inculcando dei pregiudizi negativi alla gente.

La sua è una tradizione di famiglia tramandata da generazione in generazione, come ha vissuto e come si cresce in un ambiente di note?
Le sensazioni di brividi di gioia che provavo nell'ascoltare una sola nota dello zio Bernardino, fino a raggiungere la “pelle d’oca”, euforia ed emozioni, molto simili all'amore che ho provato, quando mi sono innamorato di mia moglie Carmela, l’unica donna della mia vita.

Nel 1980 nasce la fisorchestra Liberina, in un territorio un po’ ostile alla fisarmonica, come viene accolta dalla cittadinanza?
Dopo qualche anno, la fisorchestra Liberina era conosciuta in tutta la provincia perché era una grande novità assoluta. Nella regione Campania è stata la prima esperienza fisarmonicistica di gruppo, fatta di ragazzi, piccoli studenti, entusiasti di apprendere e di suonare la fisarmonica. Nel 1982 chiamai nel mio gruppo a suonare le percussioni, il M° Pietro Bartolo che curò anche la parte musicale teorica -il solfeggio- ai numerosi ragazzi della mia scuola.

Come ha conosciuto Fausto Mesolella?
Sull'onda dell’entusiasmo, per le manifestazioni in piazza che ci venivano richieste dall'agenzia di Dante Montanaro di Caserta, spinto dal calore con cui la gente accoglieva questi ragazzini innamorati della vita, -questo è il periodo di “Fisorchestra del mio paese”, “la Marzurca di Marianna”, Costanza mia”-, decisi di registrare un disco. Mi rivolsi al M° Bartolo il quale mi disse: “conosco un amico a Caserta che si chiama Fausto Mesolella, puoi chiedere aiuto a lui!
Un giorno di primavera, di buon mattino, mi recai a Caserta al vicolo Francesco della Ratta, una traversa di Corso Trieste, bussai ad un vecchio portone, poco dopo, incontrai per la prima volta Fausto Mesolella, che qui viveva con la madre anziana. Inizia, così, la collaborazione musicale col grande artista casertano.
Fausto, aveva uno studio di registrazione -Mediterranea- a San Nicola La Strada gestito insieme all'amico Enrico Forte. Qui ho fatto la mia prima esperienza di registrazione durata diversi mesi, insieme a tutta la mia orchestra. Il mio primo disco esce alla fine del 1984 –45 giri con Cuore e fisarmonica e Costanza mia-, ricordo ancora la copertina: sembro un picciotto siciliano per via dei baffi e la coppola, perché, in quel periodo, volevo assomigliare al mio idolo Gigi Stok, conosciuto per caso qualche anno addietro.

Quali ricordi ha dello studio di registrazione Mediterranea?
E’ stato il primo studio di registrazione analogico, era rivestito interamente in moquette di colore azzurro, composta da due vani comunicanti attraverso un vetro insonorizzato, permettendo di vedere sia il tecnico che gli orchestrali, la cui comunicazione avveniva attraverso un citofono interno, azionato dal tecnico –in questo caso Fausto- quando era necessario. Il banco di registrazione con tantissimi canali e tanti potenziometri occupava lo spazio maggiore della sala regia, di fronte due casse sonore molto grandi messe orizzontali e convergenti, a sinistra una colonna di amplificatori ed effetti, a destra una sedia girevole era la postazione al quadro dei comandi per la registrazione, collegato con un cavo doppio al banco e alle varie attrezzature, tutto ciò situato di fronte alla stanzetta col vetro insonorizzato dove erano stati sistemati gli orchestrali per iniziare i lavori di registrazione.

Quanti studi di registrazione ha avuto Mesolella?
Ben tre. Il primo a San Nicola La Strada –Mediterranea- dal 1983 al 1986. Apre un secondo a Torre in Pietra (Roma) nel 1992, infine gaiastudiorecording presso Macerata Campania aperto nel 2000. 
Mi ricordo il giorno in cui Fausto decise di spostarsi con lo studio a Torre in Pietra in un vecchio casolare.
Mi chiamò per aiutarlo a trasferire le attrezzature con il mio furgone, coinvolsi i miei due figli, Alfonso e Domenico, noi quattro iniziammo con sforzi sovrumani a smontare, caricare attrezzature e macchine pesantissime ma soprattutto ingombranti, ma per Fausto avremmo fatto qualsiasi cosa.
Durante questo trasferimento, da Caserta a Torre in Pietra accadono cose bizzarre e divertenti.
Caricato il furgone Ducato rosso, iniziammo il nostro viaggio.
Io alla guida e Fausto accanto.
In autostrada il furgone iniziò a dare segni di malfunzionamento, nonostante tutto, Fausto diede inizio ai ricordi. 
Raccontò un aneddoto divertente, di qualche  anno addietro, quando i cellulari non esistevano, e si sa che le storie stravaganti, malintesi ed errori succedono anche ai matrimoni.
Lui e i suoi amici dovevano suonare al ristorante il Cacciatore: arrivarono in perfetto orario scaricarono e montarono gli strumenti in sala, all'arrivo degli sposi iniziarono a suonare la marcia nuziale, lo sposo li guardò e face dei segni strani con le mani: chi siete? chi vi ha chiamato?
Capirono che avevano sbagliato ristorante e anche matrimonio, smontarono tutto in fretta e ripartirono in cerca del secondo ristorane il Cacciatore, - perdono tempo per cercarlo non avendo i cellulari ... -, arrivarono al ristorante quasi alla fine del pranzo. Lo sposo alla vista dei  musicisti  in sala, ancora gremita da persone a tavola, si dimenò con gesti strani: com'è che arrivate a quest’ora? I musicisti, tra una scusa e l’altra provavano a giustificarsi … Ma la rabbia degli sposi era talmente tanta che lo sposo, con un altro gesto: facitece o’piacere, jatevenne!
Il nostro viaggio continuava, tra il furgone che si muoveva a singhiozzo e le risate dei vecchi ricordi.
Ad un tratto iniziai a grattarmi le braccia, la testa poi tutto il corpo, mi giro e notai che anche Fausto stava “lottando” con lo stesso problema, iniziammo a ridere come due matti, cercando di capire le cause di tutto quel prurito, ci guardammo e ad unisono: è la lana vetro smontata in studio!!! – non aggiungo il commento successivo- … di nuovo a ridere!  La nostra disperazione era strettamente collegata al nostro divertici con poco e  trovare il bello in ogni cosa.
Finalmente arrivammo al casolare, scarichammo tutto il materiale, e prima di ripartire per Caserta, cambiai il filtro del gasolio al furgone.
La partenza fu buona, ma durò solo per una trentina di chilometri, dopo di che, il furgone iniziò a spegnersi ogni due o tre chilometri per poi ripartire a spinta. Decidemmo di uscire dall'autostrada e di proseguire per la statale, dopo circa sei ore arrivammo a Macerata Campania, esattamente alle 2.30 di notte.
Fausto per rincuorami mi disse: ormai sei arrivato a casa, il furgone andrà bene fino a Pontelatone. Invece a metà strada, esattamente alle tre di notte, si fermò completamente per la batteria scarica. In piena notte scesi dal furgone per accettarmi del guasto, e fui assalito dai cani delle masserie circostanti, per la disperazione iniziai a correre più forte possibile lasciando il furgone in strada, riuscì a prendere fiato e chiamai mia moglie con il cellulare quasi scarico, fortunatamente arrivò subito.
Il giorno dopo chiamai Fausto e gli raccontai la mia disavventura in piena notte, ci fu una lunghissima risata da parte di entrambi, poi azionò la segreteria telefonica e registrò il racconto, che ha conservato per molti anni. Comunque, ad ogni nostro incontro, Fausto gridava: i cani, i cani!! Fuie, fuie!!
La chicca di tutta questa storia? il materiale isolante anti rumore trasferito a Torre in Pietra, non è stato mai usato poiché le mura del casolare sono in pietra di tufo e legno, che sono degli ottimi isolanti!

In quanti suoi dischi ha collaborato Mesolella?
Tanti. Se non ricordo male in sedici dischi. Fausto ha registrato la mia musica, ha collaborato come musicista con la chitarra e la chitarra basso, arrangiamenti vari, ha effettuato il missaggio e ha prodotto il master discografico. Con lui ho partecipato alla mia prima trasmissione RAI, Mixer con Gianni Minoli, nel 1990. Insieme abbiamo fatto concerti, feste patronali in tutto il Sud… ho molti ricordi… 
Nel suo cd Oceano mi ha colpito un brano dal titolo “Fausto“suite, è dedicato a Fausto Mesolella?
Si, ed è una bella storia … ma la racconterò in un altro momento, se per lei va bene!

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Ringrazio di cuore il Maestro Pasquale De Marco per la sua disponibilità, per la sua sensibilità, ma soprattutto, per l’emozione che ci ha regalato attraverso i suoi ricordi.
Spero di averla prima possibile di nuovo come mio ospite a Raccontar.Si per conoscere altri momenti di vita vissuta. Grazie per la sua disponibilità.

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