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3.22.2022

Pomeriggio culturale 


Astrattismo tra pittura e fotografia 
a cura di Luisa Bondoni



SABATO 26 MARZO 2022 ORE 17
Contrada carmine, 2f Brescia 
diretta Facebook 




comunicato stampa

Incontro propedeutico al concorso interno del 5 novembre a tema "Astrattismo" (b/n e colore).

Partendo dalla frase del fotografo viennese Ernst Haas, maestro del colore e del mosso creativo: "Di fatto, una foto, è una realtà che esiste. Astratto è un termine che ereditiamo dalla pittura per comodità", Luisa Bondoni ci guiderà attraverso esempi tratti dalla storia dell'arte e della fotografia, sia passata che contemporanea, nella comprensione di cosa oggi intendiamo per fotografia astratta.

3.08.2022

INAUGURAZIONE MOSTRE SABATO 
12 MARZO 2022 ORE 17 
C.DA CARMINE, 2F BRESCIA







LA HABANA. LA PERLA E L’OMBRA 
FOTOGRAFIE DI CLAUDIO MAINARDI

comunicato stampa

Capitai per la prima volta all’Avana nel 2001. Dovevo realizzare una serie di immagini per una pubblicità. Fu subito grande amore e magica attrazione per queste atmosfere pigre, dove, scrisse Hemingway, “la polvere regna da quattrocento anni”. In questo grande palcoscenico dove si rappresenta la vita, con scenografie fatte da vecchie architetture fatiscenti e strade disseminate di buche, ho respirato un’atmosfera spavalda , sensuale e densa di grande umanità. Decisi di ritornare al più presto con la mia affezionata Leica M6 per realizzare un reportage in bianco e nero cercando di raccontare con stile realistico e con occhi di viaggiatore questa affascinante città . In questi luoghi non mi sono mai sentito estraneo, mi piaceva essere mattiniero, vagabondare per la città, mischiarmi fra la gente, ascoltare, osservare, fissando in frazioni di secondo attimi fuggenti e frammenti di vita quotidiana ispirandomi a un grande maestro della fotografia, Henri Cartier Bresson che in un suo saggio scrisse: “Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realta che fugge: in quell’istante, la cattura dell’immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale. Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore”. L’Avana è musica, nelle strade, nei cortili, nelle case, nelle piazze, nei teatri, di giorno e di notte, non c’è altro posto al mondo dove la musica non sia cosi travolgente, solare e passionale, è come un acquazzone tropicale, una cascata di gioia, di ritmo e sensualità. All’Avana tutto è meticcio e l’interazione fra spagnoli e africani ha dato origine ad una fertile base culturale dove letteratura, musica, cinema e pittura hanno trovato una sua particolare espressione, un punto di riferimento per tutto il latinoamerica. Ho fotografato all’Habana Vieja, cuore coloniale della città, dove è in atto un vasto programma di restauro e recupero dei vecchi palazzi malandati , in Centro Habana, il quartiere più densamente popolato, dove abbondano edifici in demolizione, pericolanti, e puntellati con travi di legno improvvisati , al Vedado, la parte più moderna e cosmopolita, che ospita vecchie ville con ampi giardini, musei, gallerie, centri commerciali e grandi alberghi e nella periferia a Coijmar, Casablanca, Regla e Plajas del Este, ma è il Malecòn, il sinuoso lungomare dell’Avana, quello che più mi ha attirato, al tramonto i toni caldi dell’arancio avvolgono scene di vita cittadina, coppie di innamorati amoreggiano, altri suonano o ballano, altri bevono in allegria, donne passeggiano ancheggiando in abiti attillati e turisti frettolosi rincorrono un’avventura cubana. L’Avana è rimasta profondamente nel mio cuore ed è una di quelle città dove andrei a vivere per un po’ di tempo, mi piace Cojimar, un piccolo paese di pescatori che dista pochi chilometri dal centro, è un posto tranquillo sull’oceano dove le palme si stagliano su un cielo senza fine e indescrivibili tramonti ti tolgono il fiato. Quando sono da quelle parti vado spesso a trovare il mio caro amico Alex, la sua bella casa si trova proprio di fronte all’oceano ed è un piacere unico starsene seduti in terrazza a parlare di tutto e di niente, ascoltando buona musica e sorseggiando una Bucanero ghiacciata. Ringrazio di cuore gli habaneros che sono stati i veri artefici di questo lavoro. Questo mio diario fotografico è una testimonianza e un omaggio a una città e alla sua gente che nonostante tutte le avversità affronta le difficoltà quotidiane con il sorriso sulle labbra.


BIOGRAFIA.

Claudio Mainardi
Nasce a Venezia. Dalla fine degli anni sessanta intraprende l’attività di fotografo nel campo dell’architettura e dell’arte, in seguito poi si specializza nella moda e pubblicità. 
Nei primi anni ottanta ha curato per un artista italiano la parte fotografica di due pubblicazioni: “Insania” e “Divergenze Parallele”. Opera in campo cinematografico partecipando nel 1983 come direttore della fotografia al lungometraggio “Divergenze Parallele” presentato poi alla XL Biennale del Cinema di Venezia nella sezione De Sica. 
Dal 1994 al 2001 è docente di fotografia di moda presso l’istituto ISFAV di Padova. Nel 1997 nel Piano Nobile del Caffè Pedrocchi di Padova ha presentato una personale con il titolo “Donne e diamanti. Un tributo alla bellezza”, una rassegna di 40 ritratti in bianco e nero dove figuravano le più belle creazioni di una nota gioielleria italiana. Nel 1998, nella Galleria Civica a Padova ha esposto nella mostra “Frammenti di Moda”. La rassegna si sviluppava in un percorso attraverso il quale si potevano osservare trent’anni di storia del costume e della moda attraverso gli scatti realizzati dai primi anni 70 a oggi. 
Negli anni 2004 e 2005, presso l’Università Cà Foscari di Venezia, ha tenuto alcune conferenze. Dal 2002 al 2016, in varie sessioni, ha realizzato un reportage fotografico in bianco e nero all’Avana/Cuba per la pubblicazione del libro fotografico “La Habana, la perla e l’ombra” (edizioni Vianello Libri). 
Negli anni 2014 e 2016 il lavoro è stato presentato in due mostre: una nel 2014 presso la Galleria Cavour di Padova e l’altra a Lignano Sabbiadoro presso La Terrazza a Mare. 
Negli anni 2017/18 ha partecipato come fotografo di scena alla produzione del film “On My Shoulders” del regista Antonello Belluco. 
Attualmente è docente all’Istituto ISFAV di Padova dove insegna fotografia di moda e lavora a vari progetti fra cui un reportage sulle cerimonie religiose ortodosse in Grecia e sul lavoro dell’uomo nel mondo rurale. Dal 1978 vive a Padova.

1.20.2021


INCONTRO CON L'AUTORE

   

      ROBERTO COLACIOPPO

Sabato 23 Gennaio 2021 ore 17 

DIRETTA FACEBOOK  

 Museo Nazionale della Fotografia     Brescia


presentazione del suo ultimo libro 

Dove fuggono gli occhi








































comunicato stampa


Chi è Roberto Colacioppo

Nasce a Lanciano (CH) Italy, nel 1962 e precocemente eredita la passione per la fotografia dal padre, Franco Colacioppo, fotografo lancianese che diede l’avvio al prestigioso studio fotografico Ideal Foto.
Dopo aver frequentato l’istituto d’arte subito affianca il padre nei servizi fotografici e nel corso degli anni matura una già visibile predisposizione per la fotografia “reportagistica”, una fotografia vissuta e pensata come documento, come racconto.
È il nuovo millennio a consacrare la fotografia di Roberto; nel 2000 infatti vengono scelte due sue immagini di matrimonio per il celebre calendario Kodak, noto per aver ospitato grandi firme del panorama fotografico.
Formatosi come fotografo di matrimonio, è proprio quest’ultimo nel 2001 a regalargli il primo importante riconoscimento internazionale; unico italiano tra 17.000 fotografi del mondo, vince, nella categoria Family, il concorso M.I.L.K presieduto dall’illustre Elliot Erwitt e che ha portato la fotografia di Roberto in giro per il mondo, in una mostra itinerante partita da New York e conclusasi con una pubblicazione. 
Per Roberto un risultato importantissimo, ma certamente non un traguardo.
Innamorato della fotografia nelle sue svariate declinazioni, pur rimanendo fedele a quella di matrimonio, Roberto abbraccia anche altri generi come il fashion, il reportage, la street photography distinguendosi in Europa e raggiungendo ambite qualifiche come il certificato QIP ( qualified italian photographer) e QEP
 (qualified european photographer) nel 2005. 
Sempre nel 2005 è presente con un’immagine di matrimonio nel calendario Vogue Italia/Mc Donald’s. 
La carriera di Roberto continua ad arricchirsi di nuovi riconoscimenti come diversi Awards internazionali, ma anche di esperimenti che lo vedono rivestire il ruolo insolito di regista in due cortometraggi: “Gente altrove” e “Sandalì”, quest’ultimo riceve due premi in due distinti contest. 

Undici sono, fino ad ora, i libri realizzati per le case editrici Rocco Carabba, Carsa Edizioni, Rivista Abruzzo.
Nel 2014 a Roberto viene affidata dal FIOF ( Fondo Internazionale Orvieto Fotografia) la carica di Presidente Abruzzo, che riveste tutt’ora, e sempre in collaborazione con il FIOF , l’anno successivo realizza, assieme ad altri quattro fotografi, un reportage a Lourdes per il progetto U.N.I.T..A.L.S.I 
“Dai colore alla vita”.
Nel 2016, rimasto profondamente colpito dall’atmosfera di Lourdes e dalla dedizione degli unitalsiani, decide di seguire nuovamente il treno bianco dell’ U.N.I.T.A.L.S.I nazionale.
Nello stesso anno riceve il MQIP, il massimo riconoscimento italiano e il MQEP massimo riconoscimento europeo.
Nel 2017 è un nuovo importantissimo premio europeo, l’Award FEP SILVER CAMERA, a segnare la carriera di Roberto e a riconoscerlo ancora una volta come unico italiano.



Nonostante la fotografia continui a restituirgli meriti, Roberto continua incessantemente a dedicarvisi con la stessa devozione e lo stesso sacrificio di sempre, consapevole che oggi, ciò che più conta, non è una targa ma il lavoro e la passione.

11.12.2019




INCONTRO CON L'AUTORE








comunicato stampa


È difficile oggi definire i parametri della fotografia di moda, i confini con gli altri generi si sono fatti più labili e questa mostra di Cassina ci racconta il percorso personale di un fotografo che contamina temi diversi per esaltare la bellezza femminile. Dai ritratti più classici alla ricerca personale, il fotografo racconta di donne, ancora ragazze, colte nelle loro espressioni delicate, corrucciate, ammiccanti l'obiettivo, in una fusione tra tecnica, luce ed atmosfera.

Perché la differenza sta nella sensibilità alla luce, alla capacità di creare sogni, fino ad arrivare alle composizioni più personali in una evoluzione interna e del mezzo, passando per la sperimentazione.

La mostra racconta due anime dell'autore: la parte classica dei ritratti, in bianco e nero e a colori, e la voglia di uscire dalla regole accademiche per esaltare la propria visione personale della bellezza.

10.22.2019




INCONTRO CON L'AUTORE PRESENTAZIONE DEL LIBRO





 THE POST WAR DREAM 
di 
ALESSANDRO ZANONI 

SABATO 26 OTTOBRE 2019 ORE 17
MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA
BRESCIA

Introduce
WALTER BORGHISANI

comunicato stampa


Il mio desiderio è quello di stimolare un pensiero storico e, quindi, di posizionare il nostro sguardo in una prospettiva critica, come quando la fotografia diventa un progetto.


Alla fine dell’estate del 2016, Alessandro Zanoni ha trascorso sei settimane nella regione autonoma della Mongolia Interna, in Cina, dove ha cercato di documentare, attraverso i suoi scatti, il processo di trasformazione delle città più importanti della regione.

Le immagini di questo reportage presentavano sorprendenti analogie con la stagione cinematografica italiana del secondo dopoguerra che desiderava, più o meno direttamente, mettere in luce lo sviluppo e la forte urbanizzazione che andava via via circondando il nucleo storico delle città italiane. La scioccante somiglianza tra le immagini realizzate in contesti completamente diversi, a oltre 50 anni di distanza, testimonia un carattere dominante, globalizzato e normalizzato di questi processi di insediamento. C’è un denominatore comune, che sembra cancellare la geografia e la distanza temporale tra gli eventi raccontati dal viaggio visivo. Lo sguardo si muove in luoghi silenziosi e misteriosi che sembrano spingere lo spettatore oltre l’evidenza empirica verso una dimensione quasi onirica. O uno scenario “post sogno”.

9.17.2019

INCONTRO CON L'AUTORE
MARCO CASTELLANI e RENEE LISZKAI


sabato 21 Settembre ore 17:00
MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA
c/da Carmine 2F
Brescia


comunicato stampa


Marco e Renèe si conoscono durante gli studi accademici presso la Laba di Brescia.
Dal 2008 cominciano a collaborare a diversi progetti artistici, esponendo in mostre personali e collettive tra Milano, Verona, Brescia, Vienna, Budapest e Londra. 
In virtu’ della comune visione estetica e della grande passione per la comunicazione visiva decidono di formare un duo creativo, cominciando a lavorare tra Milano e Londra come fotografi di moda, ritratto e adv, e collaborando con importanti magazine ed agenzie pubblicitarie. 
Collaborano con agenzie come Armando Testa, Satchi & Satchi, Van Gogh Creative; 
hanno pubblicato editoriali su magazine come Elle, Rolling Stone e altri, ritratto artisti di fama internazionale grazie a collaborazioni con la Warner UK. 
In parallelo continuano la propria ricerca artistica, focalizzando l’attenzione sul ritratto e sulla fotografia concettuale.
Insegnano fotografia e post produzione digitale dal 2011 presso la Laba di Brescia e hanno svolto diversi workshop di fotografia di moda e fotoritocco tra Londra e Milano.

11.18.2014

BASTA lavorare e morire sul confine messicano è la mostra fotografica di Lina Pallotta

Lina Pallotta, donna carismatica, sguardo intenso, cattura l’immagine anche senza la macchina.
Fotografo di fama internazionale, il suo girovagare tra le diverse realtà le ha permesso negli anni di entrare a contatto con donne chiuse nella paura, nel silenzio e nell'omertà. I reportage fotografici realizzati durante i suoi soggiorni in Messico, hanno aiutato le diverse associazioni  messicane a sensibilizzare l’opinione pubblica contro il femminicidio.

Il primo soggiorno risale nel 1994 a Piedras Negras, è una cittadina sul confine messicano con il Texas. Pallotta entra in contatto con Julia Quinones assistente sociale che lavora con le donne delle maquiladoras,  -sono stabilimenti industriali posseduti e controllati da stranieri in cui avvengono trasformazioni o assemblaggi di componenti  esportati  poi all’estero- riesce a conquistare la fiducia delle operaie e inizia a documentare la loro vita privata, fatta da semplice gesti e dalla paura costante di sparire nel nulla. 
E’ una lacerazione sociale il femminicidio che dilaga in questo posto ma anche in altre zone del Messico, in particolare a Ciudad Juárez e a Chihuahua. Pallotta, ha avuto modo di conoscere situazioni di malessere di donne costrette a vivere in condizioni di terrore. Ciudad Juárez  è la quarta città più popolata del Messico, ci sono oltre quattrocento maquiladoras, è il crocevia più potente dei narcotrafficanti ed è situata a confine tra USA e il Messico, è una zona conosciuta soprattutto come “LA LINEA”. Lì, regna l’omertà più assoluta. Arrivano in città centinaia di giovani donne, a volte sono solo delle bambine, molte di loro svaniscono nel silenzio, vengono rapite e a volte ritrovate con i corpi seviziati e mutilati. Tutto tace.

 E’ un lavoro intenso, carico di testimonianza e di denuncia, ogni scatto è un riscatto verso una nuova condizione,  è una finestra che si apre su di un mondo inghiottito dalla globalizzazione, dove tutto è un paradosso.




Lina Pallotta è stata la prima donna ad entrare con una macchina fotografica nella vita e negli animi di queste persone. E’ riuscita a catturare con grande maestria i momenti più intimi, dalla maternità alla festa religiosa, dalla vita semplice in casa al lavoro in fabbrica.
 E' stata colei che ha saputo dare una forma, una voce al grido silenzioso di queste donne. 




 Ha documentato la consapevolezza che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo... 
Ma, nei loro occhi, in ogni istante, si legge il Credo di esserci per dar vita alla speranza di un domani  più sicuro, per chi donna sarà.



 
Lina Pallotta, fotografo e docente. Nata nel 1955 a San Salvatore Telesino (Bn), si trasferisce a New York City alla fine degli anni Ottanta dove si diploma in “Fotogiornalismo e Documentario Fotografico nel International Center of Photography di New York City” (ICP). Insegna “Reportage d’Autore” presso la Scuola Romana di Fotografia e Officine Fotografiche di Roma, e all’International Center of Photography, New York City. I suoi lavori sono esposti in mostre personali e collettive in Europa e negli USA e pubblicati su riviste nazionali ed internazionali:Katalog Material, Das Magazin, La Repubblica, D-Donna, Marie Claire, The Guardian, Io Donna, Liberation.
Tra i premi ottenuti: New York Foundation for the Arts; The Catalogue Project 1998; Fund for Creative Communities, Lower Manhattan Cultural Council 2003, CASE Media Fellowships, University of Texas, El Peso.