10.13.2014

ALAN STEFANATO PARLA DEL NON DETTO NELLA SUA PERSONALE FUOCHI FATUI 
 
 

 
Il "non detto"  della  mia pittura … Lascio agli altri di completare ciò che io ho iniziato.
Il mio linguaggio pittorico nasce da un semplice gesto, da un movimento rotatorio del polso, controllo solo la pressione della mano sul pennello e il colore va da sé … è il modo più semplice per far fuoriuscire la mia energia. Il resto è di chi guarda. E’ l’osservatore che scorge ciò che io non ho detto … ciò che io non conosco. Nella pittura si dice troppo o forse non si dice niente … io voglio raccontare il mio attimo che è fatto di immagini in fumo o è il fumo dell’immagine … sono istanti fatui... sono fuochi.
In passato i fuochi fatui si ritenevano la dimostrazione dell'esistenza dell'anima, oppure, per alcuni popoli nordici significava trovare il cammino verso il proprio destino... 
E' disarmante la sua spontaneità, poiché dichiara senza mezzi termini che non vuole chiudere o alludere a significati ma semplicemente stuzzicare nuove visioni di chi guarda. Ventidue anni, è l’età di Alan Stefanato, e non sa che con la sua purezza si è catapultato in una dimensione molto più articolata di ciò che può sembrare.
 
Sono lavori ad olio. Ci sono le mille sfumature del Blu di Prussia che si confondono al bianco Lacco di Monaco, ma quello che domina è il movimento rotatorio del pennello creando una forma geometrica considerata fin dall’antichità magica.
Già Aristotele aveva definito il movimento circolare un movimento perfetto, infinito, divino e immutabile.
 
 
 
 
 
 
Così, il cerchio assume molteplici significati.
E’ il simbolo di eccellenza della perfezione e dell’armonia giacché è privo di angoli, spigoli e rotture. Ad esso si associa il concetto del tempo, come successione continua e invariabile di istanti, ma simboleggia anche il ciclo della vita, perché non ha né inizio né fine, ed infine, incarna una dimensione spirituale poiché raffigura  il cielo in rapporto con la terra.
 
 
 
 
 
Sulla base di questi principi, Alan Stefanato entra in una dimensione a lui congeniale  per proiettare dei dubbi allo spettatore,porta all’esasperazione quella parte della mente,  getta sugli altri il declino fisico attraverso il tempo che passa, vive la furente consapevolezza di una inarrestabile e degradante pre-visione della morte.
 
 
 
 
 
Lui invia piccoli segnali che si insinuano subdolamente, lasciando all’osservatore ad affrontare con la propria dinamica psichica i diversi processi di riflessione.
Ogni scia circolare lasciata sulla tela è la manipolazione di un processo creativo che insegue una rapida ascesa dell’IO, investendo velocemente la sensibilità altrui.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Fuochi fatui a cura di Massimo Premuda si potrà vedere fino al 31 dicembre presso la Galleria GiaMaArt studio contemporary art center, in Vitulano (Bn).
L’evento è stato organizzato in occasione della “Giornata del Contemporaneo” promossa da AMACI associazione dei musei d’arte contemporanea italiani, dal “Premio ORA”  e dal principale parteners MALI’.

 
 

 

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