ENZO ESPOSITO
Museo Arcos |
Al Museo Arcos, Museo di Arte Contemporanea di Benevento, il giorno 26 settembre è stata inaugurata, alla presenza del direttore artistico Ferdinando Creta, del critico d’arte Francesco Tedeschi e al cospetto delle massime autorità della Provincia,una delle mostre più significative del territorio beneventano,per l’alta qualità delle opere,ma anche per il ritorno, dopo circa vent'anni nella propria terra nativa,di Enzo Esposito, pittore che ha segnato, nella seconda metà del Novecento, l’evoluzione dell’arte contemporanea italiana.
Enzo Esposito, Esterina Pacelli, Ferdinando Creta Museo Arcos |
Enzo Esposito nato a Benevento nel 1946, dopo la formazione presso
l’Accademia delle Belli Arti di Napoli, si trasferisce a Milano nel 1976.
Il Nord Italia vive momenti di
grandi fermenti artistici, in quegli anni. Esposito arriva sul finire della
grande ondata del movimento “Concettual-comportamentista” che il critico
Barilli definisce,di “Esplosione” la
fase finale del processo.
Durante gli anni '76-'77 le sue opere giocano su grafiche essenziali, a
tratti minimale, con uso di materiale quotidiano la cui realtà è sottoposta ad
un’analisi tagliente, su sfondo monocromo. Esposito, sposa il concetto dell’utilizzo del bianco
come azzeramento di tutti i colori. Principio molto sviluppato da Piero Manzoni
(1933-1963) artista scomparso prematuramente a Milano, che opera per anni alla
serie di opere Achrome, dove
sintetizza: “l’infinibilità è
rigorosamente monocroma”.
Enzo Esposito, Esterina Pacelli Museo Arcos |
Esposito, guarda anche la scena artistica europea ed entra in contatto
con l’Azionismo Viennese, una
corrente artistica sorta in Austria nella prima metà degli anni Sessanta del
Novecento, caratterizzata da un uso ostinato di immagini e tematiche di
estrazione psicologica, sado-masochista e autolesionistica. In pratica, l’Azionismo Viennese segna il passaggio
progressivo, da parte di alcuni artisti, dalla pittura tradizionale all’uso del
proprio corpo e delle proprie azioni come elementi espressivi.
Anni importanti per l’arte contemporanea in Italia, fervori ed
eccitamenti ne fanno da padrona poiché si guarda non solo alla tradizione
artistica europea ma anche a quella statunitense.
Esposito, travolto dalla continua ricerca giunge alla fotografia come
mezzo di indagine per esaltare l'atteggiamento autolesionistico delle
performances: allestendo un cerimoniale
nel contrasto scenico tra luce e ombra, che gli permette di conoscere, non
mediata dalla ragione, ma più viscerale attraverso il superamento dei limiti,
l’evoluzione di espressione delle emozioni e delle passioni fino alla perdita di
sé, per sopraggiungere all'estasi. Un massimalismo per inoltrarsi nella purezza
espressiva.
Opera esposta al Museo Arcos |
Risulta estremamente difficile sintetizzare i termini del suo operato dal
1976 ad oggi, ma citare le tappe essenziali solo per fissare i momenti salienti
della sua Arte, è un passo doveroso per capire la sua poetica.
Esposito, è uno dei primi
artisti ad intuire, sul finire degli anni Settanta, l’importanza di un ritorno
alla pittura, ed elabora una nuova dimensione pittorica “ambientale”. Un genere
di pittura in grado di creare una continuità, coniugando sapientemente il
cromatismo con lo spazio circostante.
Opera esposta al Museo Arcos |
La sua prima istallazione, durante la mostra collettiva Pittura
Ambientale
(1979) nel Palazzo Reale di Milano, direttamente sulle pareti
risulta una sperimentazione artistica di grande intensità, che gli permette, negli anni Ottanta, di entrare a far parte del movimento artistico
“Nuovi Nuovi”, fondato dal critico d’arte Renato Barilli, divenendo uno dei
maggiori esponenti della pittura aniconica (astratta). Da questo momento, ad Esposito,
interessa l’esperienza di una pittura libera da ogni emozioni, fisicamente viva
ma non circoscritta in un piano, anzi, fa emergere inserti tridimensionali di
supporti diversi, riuscendo con una dinamica non prospettica e quindi non
allusiva a conferire una irrequietezza segnico. Il pigmento e il segno non
sono usati in senso rappresentativo o narrativo, ma sono radicati nella
tensione mentale ed emotiva di animare il vasto spazio delle pareti.
Opera esposta al Museo Arcos |
Oggi, di fronte alle opere che sono la continuità coerente di quel
periodo, Enzo Esposito, nel pieno della sua maturità artistica e con la
sapienza pittorica, racchiude la massima espressione del pigmento attraverso
pennellate veloci, librando intense
vibrazioni.
Opera esposta al Museo Arcos |
La mostra allestita al Museo Arcos fino al 22 novembre 2015, comprende
circa trenta opere e sintetizzano il processo evolutivo del linguaggio
pittorico del maestro Enzo Esposito.
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