rubrica
ð“€” Raccontar.SI ð“€…
by Esterina Pacelli
Raccontar.Si è uno spazio virtuale per dare voce agli
artisti che non rientrano in nessuna “nicchia”, ma che hanno molto da dire.
E’l'incontro
con chi attraverso i propri Pensieri, le
proprie Parole e le proprie Opere riesce a dar vita all'unicità emotiva per
farsi conoscere.
Un po’ di tempo fa, parlando con degli amici coniai
il termine Movimento Orizzontale, inteso come l’arte che emerge dal popolo dove
non ci sono ‘poltrone’ ma solo Libertà . Manifestare la sensibilità , mettere in
gioco il proprio IO, è la forma più rivoluzionaria che ci possa essere. La
Rivoluzione Culturale avviene attraverso coloro che hanno una propria padronanza
espressiva, un linguaggio artistico vero, che hanno inciso sul territorio di
appartenenza segni di innovazione, determinando un punto di partenza.
Un giorno scrissi: “voglio fare la rivoluzione …
la rivoluzione culturale attraverso il movimento orizzontale”
Fausto mi rispose: bene, falla!
La vita è beffarda, si prende gioco di noi, perché
il 30 marzo è scomparso il più grande Chitarrista italiano e un Grande Uomo,
Fausto Mesolella.
Colui che ha sempre combattuto per le sue idee mantenendo
fede alla sua visione di vita, senza scendere a compromessi ma sostenendo il
suo Credo nella musica, quella nata con i sacrifici, con la gavetta dei
battesimi, delle comunioni, dei matrimoni e delle feste di piazza.
Poiché la vita è beffarda, appunto, ho avuto l’onore
di conoscere in mezzo a tanto dolore uno dei suoi amici che ha condiviso per
ben trenta anni, piccoli e grandi momenti di musica e non solo, Pasquale De
Marco.
In una sera
di Aprile in pochi minuti, De Marco mi ha regalato la voglia di continuare la
mia Rivoluzione Culturale di cui avevo accantonata l’idea. Mi ha trasmesso la
giusta energia, quella di non mollare e di andare avanti, così, gli ho chiesto
di tenere a battesimo questa nuova
rubrica con aneddoti, musica e foto.
Pasquale De Marco si racconta e lo fa con la
passione, con la semplicità , ricordando la nascita di una grande amicizia che è
durata per più di trenta anni con Fausto Mesolella.
Il mio obiettivo è dare spazio a tutti gli Artisti
che hanno voglia di Raccontar.Si, di parlare della propria storia, delle proprie
origini, di traguardi raggiunti e di sconfitte inaspettate.
Chi, nonostante
tutto, si è rialzato e con ottimismo e con coraggio ha proseguito
con coscienza e consapevolezza la
direzione verso il proprio Dono.
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Pasquale De Marco, è fisarmonicista compositore,
nato a Liberi (Ce) nel 1949.
Inizia a suonare la fisarmonica all'età di sei
anni, sull'esempio dello zio Bernardino e del nonno Pasquale De Marco. Si trasferisce
in Germania con la famiglia, dove studia la fisarmonica con il Maestro Artur
Trummer, che continua poi, in Italia con il Maestro Antonio Ventre. Negli anni ha collaborato con
molti artisti tra cui Gigi Stok, Peppino Principe, Eliana Zajec
solo per citarne alcuni. Nel 1983 conosce Fausto Mesolella e inizia non
solo un rapporto lavorativo ma soprattutto una grande amicizia.
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Pasquale De
Marco, come nasce la sua musica?
Nel 1980 a
Liberi (Ce)nasce la Fisorchestra Liberina. Una piccola scuola di fisarmonica e
orchestra, composta da ragazzi in erba che amavano e studiavano fisarmonica. Un
Sogno che mi frullava nella testa da adolescente, fin dal ritorno dalla Germania,
dove vivevo con la mia famiglia emigrata per motivo di lavoro. Qui, suonai alcune
volte nella piccola fisorchestra del mio primo Maestro Artur Trummer , il quale
era solito allestire ogni anno in occasione delle feste natalizie, nei
ristorantini di Wollmatingen-Konstanz Germany, incontri musicali.
Il rientro in
Italia nel 1962, partecipai con la mia prima formazione alla “Festa della Fisarmonica” presso il
ristorante Mont’Etna di Liberi (Ce), saggio musicale organizzato da me con
alunni, genitori e altre persone appassionate di Fisarmonica.
La
Fisarmonica è uno strumento antico con un suono dolce e a volte malinconico
usato in diverse circostanze, si possono suddividere le fisarmoniche da liscio,
le fisarmoniche da concerto e le fisarmoniche da studio, ma nel nostro
territorio la fisarmonica com'è considerata?
E’ uno
strumento amato e odiato, spesso confuso con “l’organetto”, in Campania è
considerato lo strumento dei poveri, degli zingari e dei mendicanti.
A tal
proposito voglio ricordare che da bambino avvertivo spesso questa
discriminazione, perché la fisarmonica è uno strumento popolare, campagnolo e
contadino, e sentivo spesso battute offensive :“…manca solo il piattino”, poiché
per le strade delle grandi città , vi si era l’abitudine di incontrare il
suonatore di fisarmonica accompagnato da un’altra persona con il piattino
–appunto- per la raccolta delle offerte. In passato, c’è stato addirittura un
Papa –di cui non faccio il nome- che vietò l’uso della fisarmonica in chiesa,
inculcando dei pregiudizi negativi alla gente.
La sua è una
tradizione di famiglia tramandata da generazione in generazione, come ha
vissuto e come si cresce in un ambiente di note?
Le sensazioni
di brividi di gioia che provavo nell'ascoltare una sola nota dello zio
Bernardino, fino a raggiungere la “pelle d’oca”, euforia ed emozioni, molto
simili all'amore che ho provato, quando mi sono innamorato di mia moglie
Carmela, l’unica donna della mia vita.
Nel 1980 nasce
la fisorchestra Liberina, in un territorio un po’ ostile alla fisarmonica, come
viene accolta dalla cittadinanza?
Dopo qualche
anno, la fisorchestra Liberina era conosciuta in tutta la provincia perché era
una grande novità assoluta. Nella regione Campania è stata la prima esperienza
fisarmonicistica di gruppo, fatta di ragazzi, piccoli studenti, entusiasti di
apprendere e di suonare la fisarmonica. Nel 1982 chiamai nel mio gruppo a
suonare le percussioni, il M° Pietro Bartolo che curò anche la parte musicale
teorica -il solfeggio- ai numerosi ragazzi della mia scuola.
Come ha
conosciuto Fausto Mesolella?
Sull'onda
dell’entusiasmo, per le manifestazioni in piazza che ci venivano richieste
dall'agenzia di Dante Montanaro di Caserta, spinto dal calore con cui la gente
accoglieva questi ragazzini innamorati della vita, -questo è il
periodo di “Fisorchestra del mio paese”, “la Marzurca di Marianna”, Costanza mia”-, decisi di registrare un
disco. Mi rivolsi al M° Bartolo il quale mi disse: “conosco un amico a Caserta
che si chiama Fausto Mesolella, puoi chiedere aiuto a lui!
Un giorno di
primavera, di buon mattino, mi recai a Caserta al vicolo Francesco della Ratta, una traversa di Corso Trieste, bussai ad un vecchio portone, poco dopo,
incontrai per la prima volta Fausto Mesolella, che qui viveva con la madre
anziana. Inizia, così,
la collaborazione musicale col grande artista casertano.
Fausto, aveva
uno studio di registrazione -Mediterranea- a San Nicola La Strada gestito
insieme all'amico Enrico Forte. Qui ho fatto la mia prima esperienza di
registrazione durata diversi mesi, insieme a tutta la mia orchestra. Il mio
primo disco esce alla fine del 1984 –45 giri con Cuore e fisarmonica e
Costanza mia-, ricordo ancora la copertina: sembro un picciotto siciliano per via dei baffi e la coppola, perché, in quel periodo, volevo assomigliare
al mio idolo Gigi Stok, conosciuto per caso qualche anno addietro.
Quali
ricordi ha dello studio di registrazione Mediterranea?
E’ stato il
primo studio di registrazione analogico, era rivestito interamente in moquette
di colore azzurro, composta da due vani comunicanti attraverso un vetro insonorizzato, permettendo di vedere
sia il tecnico che gli orchestrali, la cui comunicazione avveniva attraverso un
citofono interno, azionato dal tecnico –in questo caso Fausto- quando era
necessario. Il banco di registrazione
con tantissimi canali e tanti potenziometri occupava lo spazio maggiore della
sala regia, di fronte due casse sonore molto grandi messe orizzontali e
convergenti, a sinistra una colonna di amplificatori ed effetti, a destra una
sedia girevole era la postazione al quadro dei comandi per la registrazione,
collegato con un cavo doppio al banco e alle varie attrezzature, tutto ciò
situato di fronte alla stanzetta col vetro insonorizzato dove erano stati sistemati gli orchestrali per
iniziare i lavori di registrazione.
Quanti studi
di registrazione ha avuto Mesolella?
Ben tre. Il
primo a San Nicola La Strada –Mediterranea- dal 1983 al 1986. Apre un secondo a
Torre in Pietra (Roma) nel 1992, infine gaiastudiorecording
presso Macerata Campania aperto nel 2000.
Mi ricordo il giorno in cui Fausto
decise di spostarsi con lo studio a Torre in Pietra in un vecchio casolare.
Mi chiamò per
aiutarlo a trasferire le attrezzature con il mio furgone, coinvolsi i miei due
figli, Alfonso e Domenico, noi quattro iniziammo con sforzi sovrumani a
smontare, caricare attrezzature e macchine pesantissime ma soprattutto
ingombranti, ma per Fausto avremmo fatto qualsiasi cosa.
Durante
questo trasferimento, da Caserta a Torre in Pietra accadono cose bizzarre e
divertenti.
Caricato il
furgone Ducato rosso, iniziammo il nostro viaggio.
Io alla guida
e Fausto accanto.
In autostrada
il furgone iniziò a dare segni di malfunzionamento, nonostante tutto, Fausto diede
inizio ai ricordi.
Raccontò un aneddoto divertente, di qualche anno addietro, quando i cellulari non
esistevano, e si sa che le storie stravaganti, malintesi ed errori succedono
anche ai matrimoni.
Lui e i suoi
amici dovevano suonare al ristorante il Cacciatore: arrivarono in perfetto
orario scaricarono e montarono gli strumenti in sala, all'arrivo degli sposi
iniziarono a suonare la marcia nuziale, lo sposo li guardò e face dei segni strani con le mani: chi
siete? chi vi ha chiamato?
Capirono che avevano sbagliato ristorante e anche matrimonio, smontarono tutto in fretta e
ripartirono in cerca del secondo ristorane il Cacciatore, - perdono tempo per
cercarlo non avendo i cellulari ... -, arrivarono al ristorante quasi alla fine del
pranzo. Lo sposo alla vista dei
musicisti in sala, ancora gremita
da persone a tavola, si dimenò con gesti
strani: com'è che arrivate a quest’ora? I musicisti, tra una scusa e l’altra provavano a giustificarsi … Ma la
rabbia degli sposi era talmente tanta che lo sposo, con un altro gesto:
facitece o’piacere, jatevenne!
Il nostro viaggio
continuava, tra il furgone che si muoveva a singhiozzo e le risate dei vecchi
ricordi.
Ad un tratto
iniziai a grattarmi le braccia, la testa poi tutto il corpo, mi giro e notai
che anche Fausto stava “lottando” con lo stesso problema, iniziammo a ridere
come due matti, cercando di capire le cause di tutto quel prurito, ci guardammo
e ad unisono: è la lana vetro smontata in studio!!! – non aggiungo il commento
successivo- … di nuovo a ridere! La
nostra disperazione era strettamente collegata al nostro divertici con poco
e trovare il bello in ogni cosa.
Finalmente
arrivammo al casolare, scarichammo tutto il materiale, e prima di ripartire per
Caserta, cambiai il filtro del gasolio al furgone.
La partenza
fu buona, ma durò solo per una trentina di chilometri, dopo di che, il furgone
iniziò a spegnersi ogni due o tre chilometri per poi ripartire a spinta.
Decidemmo di uscire dall'autostrada e di proseguire per la statale, dopo circa
sei ore arrivammo a Macerata Campania, esattamente alle 2.30 di notte.
Fausto per
rincuorami mi disse: ormai sei arrivato a casa, il furgone andrà bene fino a
Pontelatone. Invece a metà strada, esattamente alle tre di notte, si fermò
completamente per la batteria scarica. In piena notte scesi dal furgone per
accettarmi del guasto, e fui assalito dai cani delle masserie circostanti, per
la disperazione iniziai a correre più forte possibile lasciando il furgone in
strada, riuscì a prendere fiato e chiamai mia moglie con il cellulare quasi
scarico, fortunatamente arrivò subito.
Il giorno
dopo chiamai Fausto e gli raccontai la mia disavventura in piena notte, ci fu
una lunghissima risata da parte di entrambi, poi azionò la segreteria
telefonica e registrò il racconto, che ha conservato per molti anni. Comunque, ad ogni
nostro incontro, Fausto gridava: i cani, i cani!! Fuie, fuie!!
La chicca di
tutta questa storia? il materiale isolante anti rumore trasferito a Torre in Pietra,
non è stato mai usato poiché le mura del casolare sono in pietra di tufo e
legno, che sono degli ottimi isolanti!
In quanti suoi
dischi ha collaborato Mesolella?
Tanti. Se non
ricordo male in sedici dischi. Fausto ha registrato la mia musica, ha
collaborato come musicista con la chitarra e la chitarra basso, arrangiamenti
vari, ha effettuato il missaggio e ha prodotto il master discografico. Con lui
ho partecipato alla mia prima trasmissione RAI, Mixer con Gianni Minoli, nel 1990. Insieme abbiamo fatto concerti,
feste patronali in tutto il Sud… ho molti ricordi…
Nel suo cd
Oceano mi ha colpito un brano dal titolo “Fausto“suite, è dedicato a Fausto
Mesolella?
Si, ed è una bella storia … ma la racconterò in un
altro momento, se per lei va bene!
Ringrazio di cuore il Maestro Pasquale De Marco per
la sua disponibilità , per la sua sensibilità , ma soprattutto, per l’emozione che
ci ha regalato attraverso i suoi ricordi.
Spero di averla prima possibile di nuovo come mio
ospite a Raccontar.Si per conoscere altri momenti di vita vissuta. Grazie per la sua disponibilità .
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