rubrica
ð“€” Raccontar.SI ð“€…
by Esterina Pacelli
Il Festival dell’Erranza nasce nel 2013 per volontà di Roberto
Perrotti, ideatore e direttore artistico.
Si svolge, fin dalla prima edizione, nel complesso
monumentale cinquecentesco di San Domenico in Piedimonte Matese (Ce).
Nel corso delle diverse edizioni, ha ricevuto sempre più una crescente approvazione
dalle diverse Istituzioni. Oggi vanta del patrocinio dell’Ente
Provinciale Turismo di Caserta, il patrocinio della Provincia di Caserta e il
patrocinio della Città di Piedimonte Matese, oltre alla partecipazione di
Emergency e Amnesty International, la
collaborazione del Museo Campano di Capua, il Museo Civico di Piedimonte
Matese, tante associazioni e
librerie come La Feltrinelli di Caserta, inoltre la partecipazione di sponsor e in particolare il maggior sostenitore la ditta Mangimi Liverini s.p.a.
Il Festival dell'Erranza è riconosciuto a livello internazionale come promotore della cultura nel suo genere. La presenza di autori-ospiti, la cui diversa provenienza geografica con una formazione culturale varia, ha contraddistinto ogni volta il festival, generando uno standard qualitativo molto alto.
Il Festival dell'Erranza è riconosciuto a livello internazionale come promotore della cultura nel suo genere. La presenza di autori-ospiti, la cui diversa provenienza geografica con una formazione culturale varia, ha contraddistinto ogni volta il festival, generando uno standard qualitativo molto alto.
Il chiostro di San Domenico si popola non solo di
viaggiatori ma di curiosi e diventa un luogo di ritrovo. L’incipit è il racconto, che si trasforma in un confronto di esperienze di vita di persone, che con coraggio, hanno vissuto momenti intensi.
Si sa che l’astrazione di erranza è insita in ogni uomo, ma solo ai più, spinge ad intraprendere il viaggio di ricerca e di scoperta. E’ l’incontro con chi a modo proprio inizia un cammino, ma è anche l’incontro con chi a modo proprio conclude un cammino. Ascoltare ogni ospite è un viaggio nel viaggio poiché si entra in simbiosi con il racconto e con le emozioni di ognuno di loro.
Si sa che l’astrazione di erranza è insita in ogni uomo, ma solo ai più, spinge ad intraprendere il viaggio di ricerca e di scoperta. E’ l’incontro con chi a modo proprio inizia un cammino, ma è anche l’incontro con chi a modo proprio conclude un cammino. Ascoltare ogni ospite è un viaggio nel viaggio poiché si entra in simbiosi con il racconto e con le emozioni di ognuno di loro.
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Roberto Perrotti è psicanalista, responsabile diagnosi e clinica
psicologica UOSM Puglianello ASL BN1, giornalista, scrittore, viaggiatore, ideatore e direttore artistico
del Festival dell’Erranza.
Dirige la
collana “Solare” dell’A.S.M.V.
Ha pubblicato per il Gruppo Editoriale Guida “La trilogia dei capperi” (2005) e Passodincanto
(2008)
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Come nasce il Festival dell'Erranza?
I motivi che hanno ispirato
l’idea dl Festival dell’Erranza sono simili a quelli che inducono un viandante
a mettersi in cammino.
La sua mente sul principio sarÃ
affollata di emozioni contrastanti, ma dopo i primi passi, quando l’incedere
avrà trovato il suo ritmo, le idee si saranno disposte probabilmente in modo
nuovo.
Questo è il momento nel quale si
può riflettere sulla propria scelta.
A noi è capitato qualcosa di
molto simile. Dopo aver percorso un buon numero di cammini, abbiamo
riconosciuto la ragione della nostra scelta ed eccone una sintesi.
Il Festival dell’Erranza è il
luogo dove s’incontrano viaggiatori, sportivi, filosofi, religiosi, scrittori e
artisti per indagare sull'arte di girare il mondo, sulla necessità di mettersi
in cammino, sulla tendenza al nomadismo, sull'entusiasmo all'esplorazione,
sull'impulso al viaggio e sulla fatica del migrare.
Ci si è disposti così nel corso
degli anni all'ascolto delle loro narrazioni, che hanno sollecitato riflessioni
e inferenze sui temi centrali della modernità .
Nell'organizzare gli incontri, si
è armonizzato il contributo artistico con quello di ricerca, la riflessione
filosofica con il resoconto di viaggio.
La scelta è caduta sulla
cittadina del Medio Volturno sia perché è attigua a una tappa storica della via
Francigena del Sud, sia perché rappresenta un centro di forte interesse storico
e culturale, che ha affascinato viaggiatori, studiosi e artisti e, inoltre, in
quanto terra di confine e di accoglienza.
Ma c’è di più.
Siamo convinti che un festival di
tale matrice debba necessariamente tenersi in uno spazio che recuperi il senso
della storia e della bellezza, che trasmetta vibrazioni di vita e che offra
opportunità di convivialità .
Per questi motivi si è scelto
come sua “stazione di posta” elettiva di complesso monumentale di San Domenico,
il suo ampio e ricco Chiostro cinquecentesco, l’Auditorium e la Cappella del
Rosario, congiuntamente alla piazza antistante
e al quartiere antico del centro storico del borgo.
Il tema cambia ad ogni edizione, perché?
E’ inevitabile che il termine
“erranza”, declinato nei suoi molteplici significati, conduca –è il caso di
dirlo- verso argomenti di forte impatto e di grande attualità , come il
disporsi al cammino, l’ospitalità , l’accoglienza, la dimora, la relazione con
l’Altro, la visione dell’estraneo, la definizione di confine. Le edizioni che
finora si sono avvicendate hanno provato a illuminare questi temi.
Mi parli delle edizioni passate.
La Prima Edizione, Passaggi di umanità .
Il tema di questa edizione è
stato dedicato ai passaggi di umanità . Gli ospiti, seguendo ognuno la propria
sensibilità , si sono interrogati sulla crisi antropologica che investe la
nostra contemporaneità , chiedendosi dove questa intende condurci, che cosa,
attraverso essa, sta emergendo e quali sono i “passaggi” per affrontarla. Negli
ultimi anni,infatti, si ha la sensazione che un’intera cultura si vada
sbriciolando e corrompendo. Si avverte quindi la necessità di promuovere una
cultura creativa, che possa mediare le
dimensioni profonde dell’anima e i linguaggi della politica e della società .
Una cultura che possa definirsi del transito in atto e della trasformazione.
Gli incontri ofrono la possibilità di spunti interpretativi su cosa stia
realmente accadendo e quali sia la direzione di questi mutamenti radicali.
La Seconda Edizione, La
Dimora e l’Altrove
Indagare la relazione
Dimora/Altrove ci aiuta, di certo, a estendere la riflessione sul senso
dell’errare.
Si potrà riflettere sull’idea di
confine, di sosta e di residenza, che esprime il concetto di sicurezza e di
possesso. Gli autori sono stati invitati ad interrogarsi sul senso della
Dimora, ad ampliare il significato e a coglierne la molteplici inferenze. La
Dimora esprime l’idea del “confine”, del luogo di sosta, di residenza, di
nascita. Racchiude il concetto di sicurezza, di possesso, di potere. E’ il
luogo dove si anela ritornare, dal quale si intende allontanarsi. Spazio
mitico, rifugio per il nostro corpo, perimetro sacro che ci rappresenta e ci
identifica, area da preservare a costo della vita, luogo da difendere e che ci
difende. L’Altrove potrà , invece, determinare una rottura con la quotidianità ,
sia sul piano interpersonale sia spaziale.
L’incontro con l’Altro, stimolerÃ
le capacità percettive, attentive e ricettive, lo sguardo si modificherà , si
osserverà con l’occhio dello straniero, si vedrà , in altre parole, soltanto ciò
che già si conosce. I “nuovi mondi” potranno apparire bizzarri,
incomprensibili, enigmatici e la relazione con l’Estraneo potrà evocare
emozioni profonde e paure nascoste. L’Alterità potrà presentarsi in più forme,
assumere il carattere romantico, malinconico, esotico, spirituale, spaventoso.
Dal confronto con la Diversità , dallo specchiarsi in essa, potranno nascere
emozioni nuove e sorprendenti: il viaggiatore da un lato ricerca la diversità ,
dall’altro respinge gli elementi non familiari.
La terza edizione, Lo straniero e
le Nuvole.
Il tema fa riferimento
all'ospitalità e all'incontro con l’Altro e il suo titolo ha una chiara
derivazione baudelairiana.
Si guarda allo straniero come
fonte d’interrogazione e dono di conoscenza, volgendo lo sguardo anche alla
mutevolezza a all'indecifrabilità delle nuvole.
Il viandante nel porsi in cammino
incontra inevitabilmente la propria estraneità e viene spinto a investigare su
questo fenomeno di confine. L’esperienza, se vissuta nella ricerca e nell'appropriazione
di senso, condurrà alla figura dello straniero, nel suo più ampio significato.
Questo, provenendo dall'esterno,
pone inevitabilmente il problema dell’accoglienza, insieme a quello della
minaccia: lo straniero da un lato sarà vissuto come ospite, dall'altro come
nemico. Egli, infatti, è il portatore di un dono -la nostra identità si
definisce nella relazione con l’estraneo-, ma anche d’inquietudine -la sua
presenza è vissuta spesso come una minaccia-. Suscita in noi ammirazione e
timore.
Capiterà di chiederci, dinanzi a
tanta diversità , quali sono le cose che egli ami di più.
Fu proprio questo che Charles
Baudelaire, poeta errante, chiese allo straordinario straniero, nel poemetto,
“Lo Straniero” e quell'uomo enigmatico rispose che non amava gli amici, la
patria e l’oro, ma amava “le nuvole meravigliose che passano laggiù”
Le nuvole, che passano sulla
nostra testa, sono anch'esse enigmatiche, indecifrabili, imprendibili, in
continuo movimento come lo straniero. Nell'ammirare la loro forma, il loro
colore, le loro movenze, proviamo a interrogarle, a capirne un segno. Aprono
squarci di luce e gettano ombre, volano nel cielo, nei disegni dei bambini e
nei nostri sogni. Il nostro destino è legato alla loro rotta: dobbiamo imparare
a decifrarle, a cogliere la loro mutevolezza, la loro minaccia, il loro
linguaggio, la loro straordinaria erranza.
In questa luce si potrà cogliere
la polivalenza dello straniero e investigare il significato dell’ospitalità e
dell’accoglienza.
Nella quarta edizione c’è stato
un cambiamento. E' stato inserito
‘Incontri di Primavera’ è la pre-apertura del festival in un giorno di
primavera. E’ l’augurio di un nuovo "cammino" verso il Festival dell’Erranza, che si svolgerà come di consueto, a settembre.
Il 13 giugno, Vinicio
Capossela ha inaugurato ‘Incontri di Primavera’ parlando delle sue opere e
della sua erranza.
I
Confini e i Volti.
Si è affrontato il tema del limite,
del bordo e della frontiera, con un particolare riferimento alla relazione con
l’Altro, al suo Volto, al suo senso di Infinito.
Gli ospiti hanno potuto riflettere
sul significato del confine, di linea reale o mentale, di bordo che delimita
l’Altro.
Ogni divisione, in realtà , crea
una doppia visione che consente di contemplare la diversità insita in ogni
Alterità .
L’uomo da sempre ha vissuto sul
limite e si è dibattuto spesso sul suo dualismo, sulla sua molteplice
personalità , sulle diverse interpretazione del mondo, della religione e della
società .
La traccia, il solco, la soglia e
il confine tendono a delimitare uno spazio, togliendolo del nulla per
consegnarlo a una dimensione.
La vita dell’uomo è un passaggio
continuo sul limite dell’io e dell’Altro.
Non è un caso che si definisca
con-fine il luogo dove entrambi hanno la loro fine per poi incontrarsi.
L’incontro avviene per necessitÃ
attraverso una relazione diretta:”faccia a faccia”.
Ciò si realizza, in altri
termini, attraverso la visione del Volto dell’Altro.
Immagine vivente, nuda e
vulnerabile.
Il Volto dell’Altro sorprende e
la nostra risposta diviene spesso un modo per interrogarci sulla nostra stessa
identità .
Il Volto rappresenterà la vera
frattura in un territorio unificato e renderà possibile ogni discorso intorno
alle relazioni umane.
L'edizione 2017, che cosa prevede?
Si parte anche quest'anno con 'Incontri di Primavera’.
Peppe Barra ha aperto con parole e suoni evocativi della tradizione popolare il cammino verso le date del 29, 30 settembre e 1 Ottobre. Sono previsti, come sempre, incontri, spettacoli e riflessioni sul tema Il Dono e l'Impossibile
Peppe Barra ha aperto con parole e suoni evocativi della tradizione popolare il cammino verso le date del 29, 30 settembre e 1 Ottobre. Sono previsti, come sempre, incontri, spettacoli e riflessioni sul tema Il Dono e l'Impossibile
Il tema di questa edizione
riguarderà il Dono e la sua complessità .
Si guarderà al dono della terra e
della bellezza, dell’intelligenza e dell’estro, dell’ospitalità e del soccorso
e si proporrà una riflessione sulla sua ambiguità e sul suo misterioso
circuito.
Il dono, inteso come gesto di
generosità e di gratuità , crea inevitabilmente nuovi e profondi legami sociali,
simbolici e relazionali fra chi dona e chi riceve.
Un “contratto sacro”, a dir poco
speciale, si stabilisce fra il benefattore e il beneficiario, caratterizzato da
tre momenti cruciali: il dare, il ricevere e il restituire.
E’ come se il dono “obbligasse”
alla reciprocità e alla simmetria.
L’atto di donare determina, di
fatto, una svolta nella relazione con l’Altro: si passa da un’iniziale gratuitÃ
a una conseguente reciprocità .
Il dono rivela, in questo modo,
un’essenziale duplicità e ambivalenza.
Sarà possibile restituire al dono
la sua innocenza?
Affinché rimanga gratuito,
anonimo e incondizionato, l’evento del dono dovrà superare il limite del
possibile.
𓀔 𓀚 𓀅
Ringrazio il direttore artistico dottore Roberto Perrotti per la sua disponibilità a Raccontar.Si.
Appuntamento al Festival dell'Erranza, Il Dono e l'Impossibile - 29-30 Settembre e 1 Ottobre 2017- Chiostro di San Domenico - Piedimonte Matese (Ce)